"Tornare indietro è impossibile, la tecnologia in aiuto agli arbitri è una realtà". E' chiaro Roberto Rosetti, responsabile del progetto Var per l'Italia. L'ex arbitro torinese ha spiegato, nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, i vantaggi del nuovo sistema e i progressi della fase di sperimentazione.
"La scorsa estate, durante il raduno degli arbitri di A, gli ho detto: 'Ripensate ai 3 errori più importanti che avete commesso' " - racconta Rosetti -"Poi gli ho chiesto se con la tecnologia quelle sviste sarebbero rimaste. Sono 22 fischietti di ottimo livello. Solo 8 casi erano interpretabili e quindi la Var non avrebbe cambiato nulla. In tutti gli altri la svista sarebbe stata tolta con grande beneficio per la regolarità della gara e pure dell’arbitro. Parlo per esperienza personale...La mia carriera si è chiusa al Mondiale 2010 per un netto fuorigioco di Tevez non visto nel quarto Argentina-Messico. Fummo rimandati giustamente a casa. Senza quello sbaglio probabilmente avremmo diretto la finale".
Svolta tecnologica: "Una volta si diceva che l'errore faceva parte del gioco, adesso la tv manda in onda in tempo reale le azioni contestate. La goal line ha dimostrato come sia possibile evitare inutili frizioni. L’importante è capire bene il raggio d’azione della Var. Si può intervenire solo su episodi chiari, non oggetto di interpretazione. E devono essere azioni decisive per una partita. Quindi i gol, i rigori, gli scambi di persona e le espulsioni. Tutto il resto è fuori. C’è dell’altro. La tecnologia è gestita dagli arbitri con l’aiuto di un operatore qualificato, gli stessi dell’Occhio di falco. Non può essere un giocatore o un allenatore a chiedere l’utilizzo della moviola. La Var sarà un paracadute per chi dirige".
Il funzionamento: "Due arbitri visionano le riprese tv. In alto c’è la diretta e sotto un monitor dove ripassa la stessa immagine con un ritardo di tre secondi. Quando accade qualcosa di sospetto, il Var può rivedere subito l’azione, poi se il dubbio resta chiede all’operatore di trovare le 4 migliori inquadrature per valutare il caso. Poi ne resta una: se il responso è diverso rispetto a quello del campo, scatta l’avviso. Se c’è un episodio dubbio la cosa migliore da fare è fermare il gioco per evitare guai. Dall’inizio dei test in Italia sono state osservate 31 partite e 235 azioni sospette. Il tempo medio richiesto per arrivare a una decisione è di 27,2 secondi. Davvero pochissimi. Vogliamo fare un confronto? Nella Coppa America 2016 è stato convalidato un gol di mano al Perù col Brasile eliminato. Il gioco è stato fermo per quasi 4’. Alla fine presa la decisione sbagliata. Con la moviola sarebbe bastato molto meno per evitare l’errore".
Dati confortanti: "Fino ad ora avremmo eliminatosolo 9 errori. Questo vuol dire che le altre 226 decisioni prese dall’arbitro in campo e passate al setaccio del replay, sono state confermate alla moviola. L'arbitro potrà sia fidarsi del collega che consultare il video. Possibili entrambe le soluzioni, ma io preferisco che sia l’arbitro in campo a prendersi la responsabilità finale. Trovo giusto che veda il replay. In Olanda è andata così sul rigore prima dato e poi revocato. Nessuno può avvicinarsi, pena l’ammonizione immediata. Poi stiamo valutando dove sistemare la tv, forse la scelta migliore è una postazione dalla parte opposta alle panchine. Se porta a una decisione cambiata, credo si possa far vedere ai telespettatori e magari anche a chi è allo stadio. Stiamo valutando pro e contro".
Il giallo a De Paul per la dura entrata su De Sciglio in Udinese-Milan e il rigore tolto per un fuorigioco inesistente di Dzeko in Samp-Roma sono solo alcuni esempi: "Sì, sono casi che rientrano negli episodi chiari e non interpretabili. Al contrario del mani, non fischiato, di Iago Falque prima del suo gol in Torino-Fiorentina. E’ stato considerato involontario: valutazione soggettiva, non sindacabile. La sperimentazione ci serve per migliorare e trovare il giusto equilibrio. Sono stati fatti passi avanti, altri ne faremo. Ma la Var non sostituirà chi scende in campo. Così come le linee guida del protocollo Ifab: solo gli episodi chiari e decisivi per le sorti di un match entrano nel raggio d’azione della moviola. Lavoriamo per avere la moviola in campo prima a Russia 2018 e poi in serie A,questo è l'obiettivo. Tante cose vanno migliorate, ma siamo sulla buona strada".