Ogni campione ha la sua storia da raccontare. C'è chi l'ha fatto in un libro, chi con un film. Altri si sono affidati a delle semplici interviste. E poi ci sono loro, i campioni di oggi: atleti, ma non solo, che continuano a regalare emozioni. E a scrivere pagine della loro storia. Nel frattempo, nulla vieta che siano altri a raccontare di loro. Ed è questo che ha fatto Darren Fletecher a proposito di Cristiano Ronaldo.
"I primi tempi, con la maglia dello United, Cristiano era ancora acerbo. Un potenziale fenomeno, sì, ma poco aveva a che vedere con la macchina strepitosa sulla quale lui stesso lavora ancora oggi - spiega Fletcher ai microfoni di The Lockdown Tactics -. Cristiano teneva troppo il pallone, era egoista e non giocava per la squadra. Tutto cambiò con l'arrivo di Walter Smith, un nuovo membro dello staff di Sir Alex Ferguson".
L'IDEA DI MR SMITH
"Smith decise di farci allenare senza falli. Vale a dire: quando arrivava il momento della partitella, tutto era concesso. Di norma in partitella non si fischia comunque granché, se si tratta di interventi leggeri si lascia giocare. Ma il discorso era diverso: c'era gente che letteralmente volava addosso ai compagni, e tutti avevamo capito che fosse una tattica per far crescere Cristiano", riporta Daily Mail.
"Prima che fosse introdotta questa regola, Cristiano ti puntava, cercava il fallo, lo trovava e ti rideva in faccia. Si prendeva il pallone e ricominciava da capo. Nel giro di due settimane, consapevole che nulla gli sarebbe stato fischiato a favore, CR7 cominciò a passare il pallone, a muoversi senza palla e a cercare di liberarsi. Poco più tardi avrebbe cominciato a segnare un gol dopo l'altro, e da lì..."