77 presenze e 25 gol con la maglia del Psg in due anni, 95 presenze e 26 reti in due anni e mezzo al Milan ma raccontare Ronaldinho solo con i numeri sarebbe banale e riduttivo. L'attaccante brasiliano ha giocato con i parigini a inizio carriera, mentre quello rossonero è stato l'ultimo club europeo di Dinho.
«Mi aspetto una partita magnifica e spero di poter essere allo stadio, tanto all’andata come al ritorno. Perché sono due club che porto nel cuore, due squadre nelle quali ho giocato e due posti dove sono stato molto felice, per cui nella mia valutazione sono mosso da ragioni sentimentali. Detto questo, c’è anche l’aspetto tecnico: due grandissime squadre, piene di storia e con un presente brillante, con tanti magnifici giocatori da entrambe le parti, per tutte queste ragioni mi aspetto due super sfide» ha detto Ronaldinho a La Gazzetta dello Sport in vista della sfida di Champions di questa sera tra i suoi due ex club.
Le parole di Ronaldinho su Psg e Milan
Al Milan ha giocato con il numero 80, ma per classe e talento Ronaldinho è sempre stato un numero 10. Numero che ora è sulle spalle di Leao: «Sono quelle giuste (le spalle, ndr) per portare quel numero. Un giocatore che mi ‘encanta’, e aggiungo che il mio pensiero dovrebbe essere condiviso da tutti quelli che amano il calcio perché il modo di giocare di Rafa mette d’accordo chiunque, genera consenso universale a base di spettacolo. Può fare la differenza e mi auguro che faccia una grande partita».
Da un campione... all'altro, l'ex Pallone d'Oro ha poi parlato di Mbappé: «Ecco, capisce perché non voglio sbilanciarmi? Un altro fuoriclasse che può decidere la sfida come e quando vuole, esattamente come Leao. Gente che trascina la gente allo stadio, che invita i tifosi a spendere per vedere la propria squadra dal vivo e i neutrali a stare davanti alla tv».
Poi, Ronaldinho ha raccontato la sua esperienza al Psg, con cui ha giocato dal 2001 al 2003: «Il PSG è stata la mia prima squadra in Europa, arrivai dal Gremio quando avevo 21 anni, l’accoglienza fu fantastica, mi trattarono benissimo e dopo la prima stagione andai al Mondiale tornando da Campione del mondo. Il club era diverso da quello attuale, il progetto era all’inizio ma è stata un’esperienza fondamentale per me, Parigi e la Francia mi hanno mostrato cosa voleva dire giocare in Europa a grande livello».
Infine, parole d'amore anche per il Milan: «Sono arrivato già con tanta esperienza alle spalle. E sono stato benissimo. Con compagni spettacolari: Kakà, Pato, Thiago Silva, Seedorf, Beckham, Shevchenko, Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Inzaghi… E poi Robinho e Ibrahimovic, una collezione di stelle. Due momenti molto diversi della mia carriera ma due tappe fondamentali nella mia vita. Lo scudetto vinto in rossonero lo sento mio anche se non ho finito la stagione a Milano per tornare in Brasile».
LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA SU LA GAZZETTA DELLO SPORT