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Data: 31/03/2016 -

Romanzo Sudamericano - Ortiz, il talento che sfiorò l'Italia sfida una sorte disgraziata

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  Ai tempi dell'Olimpia il Genoa era sicuro di aver scovato un gioiello. Richard Ortiz, classe 1990, era il centrocampista perfetto, giovane, professionale, ordinato in campo davanti alla difesa e con due piedi da fantasista. Per questo la società di Preziosi non ebbe dubbi a sigillare un accordo con i paraguaiani per portarlo in Italia. Fu quello il momento in cui comparì Luis Cubilla, leggenda dell'Olimpia che aveva vinto due volte la Libertadores nel 1979 e nel 1990. Cubilla era stato licenziato e aveva fatto causa al club. La giustizia aveva stabilito che l'Olimpia avrebbe dovuto pagargli un risarcimento di circa 300mila dollari. Cubilla, di fatto, fece saltare il passaggio al calcio italiano di Ortiz ricorrendo contro l'Olimpia e ottenendo il blocco del mercato per la squadra fino a quando non gli avessero versato la cifra stabilita. Durante il contenzioso, Cubilla morì. Ma la carriera di Ortiz, già capitano e idolo dell'Olimpia, non poté decollare per colpa di un altro idolo del club. Ortiz restò in Paraguay, rimandando, almeno questo era ciò che pensava, il suo arrivo in Europa. Nel frattempo il suo talento continuò a brillare ed ebbe l'occasione di giocare con la sua nazionale, l'Albirroja. Ma la sfortuna lo colpì in uno scontro con Antonio Valencia del Manchester United in una partita tra Paraguay ed Ecuador. Legamento crociato del ginocchio destro ko. Ortiz tornò in campo e rapidamente riconquistò la fiducia della nazionale e quella degli agenti di mercato, che lo portarono in Messico durante una Libertadores storica in cui trascinò l'Olimpia fino alla semifinale, prima di andar via lasciando i compagni senza la loro guida tecnica in finale contro l'Atlético Mineiro di Ronaldinho che vinse il torneo. Altra partita del Paraguay, stavolta contro l'Argentina. Nessuno scontro, stessa diagnosi: per tranquillizzare Richard i medici dell'Albirroja gli dissero che aveva danneggiato soltanto il menisco, ma lui, parole sue, sentiva il ginocchio "ballare come una ragazzina". Rottura di quattro millimetri dello stesso crociato già operato. Altri sei mesi fermo, carriera che cominciò a stagnare, prestito al Libertad in cui non brillò più di tanto, poi ritorno al Toluca. Ramón Díaz non volle mollare il talento di Ortiz, sapeva di avere bisogno di uno come lui al fianco di Ortigoza per ricostruire una nazionale da rifondare dopo il fallimento della mancata qualificazione a Brasile 2014. Lo incluse nuovamente fra i convocati e fra i titolari. Fino alla sfida contro il Brasile. Il Paraguay era avanti di due gol, l'assist per il secondo era stato proprio di Ortiz, tra i migliori in campo. Aveva sfiorato lui la rete, aveva sovrastato fisicamente e tecnicamente un calciatore molto più conosciuto a livello internazionale come Fernandinho. Forse una delle migliori partite della sua carriera. Ma poi uno scontro con Renato Augusto, all'altezza del centrocampo, dopo poco più di 50 minuti. Il suo pianto straziante, le sue lacrime disperate, il dolore dell'anima più forte di quello fisico. Per la terza volta, sempre con la nazionale, era saltato il crociato. Stavolta del ginocchio sinistro. Un ragazzo straordinario, figlio di un contadino, che al primo provino della sua carriera subì un infortunio che lo tenne fermo tre mesi e pensò che fosse finita: tornò a casa, ad aiutare il papà a lavorare i campi. Il suo destino lo avrebbe portato a rialzarsi, a entrare nella storia con un gol al debutto in nazionale all'ultimo respiro in un 1-1 contro l'Uruguay, a controllare Messi fino a farlo innervosire tanto da scatenarne gli insulti nella prima delle due sfide tra Argentina e Paraguay dell'ultima Copa América. Un ragazzo che tra novembre 2011 e marzo 2016 si è dovuto scontrare per tre volte con una sorte disgraziata. Sempre per la maglia Albirroja, sempre con garra guaraní. La stessa che lo aiuterà a superare anche questa volta il peggiore degli infortuni per un calciatore, e magari, chissà, ad avere un'opportunità europea che il talento di Ortiz, violentato dai lunghi stop subiti, merita di ottenere. Rosario Triolo @triolor www.facebook.com/romanzosudamericano    


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