Sembrava ancora tutto scritto, seguendo ancora la falsa riga di una stagione già ricca di rimpianti: vantaggio trovato, pari regalato, 90’ scoccato. E non a caso per il Milan, proprio nella notte di Halloween, il Genoa rischiava di diventare ancora scherzetto: prove di quarto posto vicine a sfumare, almeno per il momento, e altra sensazione che i colori rossoblu potessero nuovamente rivelarsi ostili per le ambizioni della squadra di Gattuso.
Nessuno, però, aveva fatto i conti con Alessio Romagnoli. Disfare e fare, tra fortuna e sfortuna, tradotto in autogol e gol: particolarità propria del solo Matías Silvestre in questa stagione di Serie A, in Frosinone-Empoli, e coincidenza che in casa rossonera non accadeva dalla stagione 2009/10, con protagonista Thiago Silva. Da una carambola all’altra, dal peso specifico enorme: palombella sull’uscita incerta di Radu per spingere il Milan a quell’appuntamento che sembrava ancora sfumare, tre punti per permettersi un grande sospiro di sollievo e respirare più a fondo. In un percorso ancora lunghissimo che, in linea con gli obiettivi stagionali, riporta i rossoneri in una posizione tanto ambita quanto contesa.
Beffe e incubi ricorrenti, tutte marchiate Genoa: il 3-0 di due anni fa per frenare le idee di momentanea vetta ai danni della Juventus, battuta nella giornata precedente grazie a Locatelli; lo 0-0 della scorsa stagione, con Bonucci protagonista in negativo, per lasciare l’allora squadra di Montella in un mare di difficoltà. Di fronte sempre Ivan Jurić, tra un cambio di panchina e l’altro, a rappresentare ideologicamente un fantasma che sembrava ancora difficile da scacciare: stesso discorso valido per il tema gol subiti, in una striscia arrivata a 16 gare consecutive e capace di pareggiare il record negativo della stagione 1946/47. Ma il Milan di oggi, ancora lontano dalla definizione di solidità e convinzione a 360º, è finalmente riuscito a cambiare il contenuto di un copione scritto e ri-scritto, grazie anche al suo Capitano: l'uomo cui aggrapparsi nelle acque più tempestose, seguendo il concetto di affidabilità. Che dal nulla, su un pallone gettato disperatamente in area di rigore, ha saputo trasformare in oro un'occasione enorme, al pari di una fascia sinora indossata senza avvertirne troppo l’enorme importanza.
E proprio con un ex Samp, squadra con cui affacciarsi per davvero ai primi, veri esami di Serie A dopo la Roma, il Milan riesce finalmente a rispondere presente. Con l’ausilio di Suso, al primo gol da ex contro quel Genoa che gli ha regalato la chance di prima gioia in A, con un pizzico di merito e fortuna mancata in tante occasioni: non ultimi, gli infortuni di Caldara e Biglia ad accorciare una rotazione tutt’altro che lunga. E con la zampata del proprio Capitano: quello cui aggrapparsi emotivamente nei momenti di difficoltà. Quello che, crescendo stagione dopo stagione, riesce a condurre la barca rossonera in porto: trasformando lo scherzetto di un autogol, rischio di ennesima occasione mancata, in dolcetto da tre punti. Per cambiare il vento di una stagione dove quel quarto posto dal sapore d'Europa, momentaneamente raggiunto, resta l’obiettivo primario di casa Milan.
Autogol prima, gol decisivo poi: il Milan aggancia il quarto posto nel finale di gara contro il Genoa grazie al suo Capitano. Scacciando gli incubi portati da Juric e da un avversario sempre ostico, non senza soffrire...