Il divorzio sembrava a un passo, dopo cinque anni di matrimonio. Tutto è stato rimandato e così Walter Sabatini si occuperà ancora del mercato della Roma. Il dirigente perugino traccia un bilancio della sua avventura giallorossa nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport:
"Qui è mancato un trofeo, però bisogna riconoscere che la Roma è società patrimonializzata ed è al terzo anno di Champions. È stato fatto un lavoro virtuoso che viene riconosciuto in Italia e all’estero, ma non a Roma per rabbia e frustrazione. Altrove potrei guadagnare di più. Il primo febbraio con una mail ho chiesto al presidente di lasciarmi libero perché ho percepito, e lo percepisco tuttora, uno scollegamento tra me e lui... Non posso andare avanti su questo argomento. Non posso rompere oggi, abbiamo traguardi da raggiungere. Lo farò quando sarò a posto con la mia coscienza. Comunque io non ho mai parlato di dimissioni. In un primo momento lui aveva accettato, poi ha cambiato idea. Per un certo momento mi sono sentito un prigioniero, negli ultimi tempi però ho trovato tante persone che mi hanno aperto gli occhi nell’individuare i problemi, le potenzialità. Mi hanno dato speranza. Una cosa però è certa: questo è il mio ultimo anno alla Roma e io continuerò a fare il d.s. alla mia maniera. Non sono commissionabile".
Sabatini fa anche una percentuale dei "colpi" da Roma: "Il 50%? Forse anche meno, ma in quel momento c’era una logica. Mi accusano di non prendere italiani, ma dove sono quelli bravi a cifre abbordabili? Occorrerebbe cambiare il sistema, che invece è stantio. A Roma la gente i calciatori a volte li sbrana. Io impongo i giocatori all'allenatore? No. Li propongo, ma li condivido con l’allenatore. E poi con Spalletti c’è sintonia. Siamo entrambi due disturbati psichici dalla vita. Senza vendere i migliori avremmo potuto vincere? Questo non lo dirò mai". Il ds della Roma torna sulla vicenda Totti: "A Francesco ho sempre parlato con affetto. Gli avevo detto: 'Smetti'. Lo penso ancora oggi, però ora che farà il contratto credo abbia una grande occasione: avrà un anno cuscinetto per lavorare su se stesso. Spalletti? Certo che in lui c’era una quota residuale di uno stato d’animo che era maturato in passato, ma Spalletti voleva imporre un modo di essere e ci è riuscito. Ora si sono risintonizzati. Certo, la sintonia sarà stentata, ma occorrerà l’intelligenza di entrambi. Luciano ha avallato l’ok al contratto, ma Francesco dovrà essere generoso con i compagni. Io ipotizzo un Totti nuovo, pur facendo ancora qualche altra prodezza. Non ha vinto Palloni d’oro o Champions, però i suoi colpi saranno chiusi in un libro e non saranno più riproposti da nessuno".