Il caso De Rossi, l'Europa da conquistare. Non è un momento facile in casa Roma, che fra due giorni si gioca la partita contro il Sassuolo. A Trigoria, in conferenza stampa interviene Claudio Ranieri. "L'aspetto fisico di tutti? Stanno bene, Zaniolo aveva un po' il polpaccio indurito, farà lavoro differenziato. Pellegrini? Non è grave: è il vecchio problema che si acuisce. Ma credo di averlo a disposizione per sabato, e se non sarà per sabato sarà sicuramente per la prossima settimana".
Sono le sue prime parole, ma è inevitbile che poi si vada a parlare dell'addio di De Rossi e dei fatti accaduti ieri: "Non mi sembra di aver utilizzato certe parole riportate su di me. Ai tifosi che mi avevano chiesto chi avesse preso le decisioni su De Rossi ho detto: a Londra e in America, cioè il presidente dove vive e chi gli sta più vicino. Questo era. I progetti del futuro di Pallotta? Non li so, non ne hanno parlato con me. Io fra due partite termino il mio rapporto con la Roma. Io credo che in ogni società di calcio ci sono dei ricambi, per cui ci sta che capiti. Abbiamo visto anche in Italia alcune squadre perdere dei grandi punti di riferimento. Ma siccome De Rossi era capitano, persona storica, forse andava comunicato in altra maniera. A lui questo non è stato dato, è la legge del calcio. La società vuole cambiare, vuole altri giocatori: e come sono i giocatori che vogliono delle società, così le società cambiano. E forse per come i tifosi della Roma vivono in maniera viscerale la squadra, forse un attimo, una considerazione più attenta avrebbe portato a considerare un altro comportamento".
"Ruolo da dirigente? Io sono allenatore, se mi fosse stato chiesto cosa avessi voluto su De Rossi, in caso venissi confermato, avrei detto che lo avrei voluto. Perché so che uomo e che giocatore è. La sua importanza dentro lo spogliatoio? Si parla sempre di leader: ce ne sono varii. C'è quello per i tifosi, per i social, per la società, per i giornalisti. E poi quelli per l'allenatore: lui è un allenatore in campo, ragiona con una mentalità non di ego fine a se stessa, ma di bene per la squadra. E questi sono i leader che vogliamo noi allenatori".
Su Baldini: "Con me non incide affatto nel lavoro quotidiano. Non so che rapporti abbia con il presidente. Qua, nel mio lavoro, non incide. In generale non lo so: non conoscendo quello che fa".
Sulle difficoltà di Roma: "Se mi aspettavo di trovare queste difficoltà? Mi aspettavo di vedere una squadra giù mentalmente, non fisicamente. Lo sapevo. Chiaro che queste situazioni in più non mi danno una mano. Avevo chiesto l'aiuto dei tifosi, ed è stato magnifico. Di questo li devo soltanto ringraziare".