Un ruolo da protagonista assoluto. Tra le note più positive della Roma che vola con Eusebio Di Francesco c'è anche Diego Perotti. Entusiasmo ritrovato per l'esterno offensivo argentino, che nella passata stagione aveva avuto qualche problema con l'ex allenatore giallorosso Luciano Spalletti. A confermarlo lo stesso Perotti, che si è raccontato nel corso di una lunga intervista a 'Il Romanista'. “Se fosse rimasto Spalletti io sarei andato via - ha detto Perotti -. Ma non direi che sarebbe stata ‘colpa’ sua, sono solo scelte. Nella passata stagione, a un certo punto, Spalletti non mi faceva giocare, però la squadra andava bene. Quando ha messo la difesa a tre cambiando il ruolo di Nainggolan, i risultati gli hanno dato ragione. Io capisco gli allenatori, hanno le loro idee. Il gol al Genoa nell'ultima giornata decisivo per la Champions? È vero che ha cambiato molto. Il calcio a volte è ingrato: in alcune occasioni un episodio ti toglie tanto, in altre ti restituisce tanto".
Con Di Francesco, però, Perotti è tornato protagonista: “Di Francesco è un allenatore che ti supporta, che ti motiva a puntare l’uomo. Tutto questo è molto bello - ha proseguito Perotti -, così come è bello sapere di essere allenato da una persona che ripone in te piena fiducia. Il lavoro che mi ha fatto fare da Pinzolo penso si stia vedendo in campo. Di Francesco mi ha fatto crescere e mi ha fatto fare meglio della passata stagione, mi piace perché pretende sempre di più. Vuole un gioco offensivo e a me, da attaccante, questa libertà dà molta fiducia. Con lui non ci si rilassa mai, questo è il bello. Vuole sempre di più ed è importante per la nostra testa: noi crediamo in lui fin dal primo giorno, ma crediamo anche in noi stessi, nel gruppo”.
Poi anche uno sguardo indietro, Perotti ha parlato dei momenti che lo hanno portato a scegliere la Roma e ha ricordato anche un episodio del periodo argentino, quando aveva anche pensato di smettere di giocare. “Prima di arrivare in giallorosso c’erano anche altre squadre che mi volevano, tra le quali il Milan. Ma io dal primo momento ho pensato alla Roma - ha precisato l'argentino -. Una città così storica, così bella, con una squadra così popolare... Venire qui era la soluzione migliore anche per la mia famiglia: da qui c’è il volo diretto per Buenos Aires. Trovavo una squadra che già giocava per lo Scudetto. Non avevo dubbi. C’era tutto. Per me la Roma era la Roma. E poi a Genova avevo Burdisso come compagno. Mi parlava della città, della squadra, dei tifosi che erano caldissimi, cosa importante per noi argentini. Parlava della Roma e dei tifosi. Ma prima di arrivare in Europa avevo anche pensato di smettere di giocare. Quando ero più piccolo era un problema di autostima, pensavo di non avere le qualità per sfondare. Ci sono tanti giocatori che magari a dodici o tredici anni sembrano fortissimi, poi a diciotto si perdono e non arrivano a giocare nemmeno in B. Al Boca c’erano dei ragazzi fortissimi, ma non sono emersi. Nel mio caso l’allenatore non mi faceva giocare”.
In chiusura anche un pensiero sulla speranza di andare ai prossimi Mondiali con la maglia dell'Argentina e sulla lotta scudetto, Perotti ha paragonato il Napoli al Barcellona, mentre ha giudicato la Juventus più debole della passata stagione. “Se non fossi mai andato in Nazionale, direi che andare in Russia sarebbe impossibile - ha concluso l'esterno offensivo giallorosso -. Ma dopo la convocazione, ai Mondiali ci penso. Gioco la Champions League e sono in una squadra che punta allo scudetto. In più sto avendo continuità, a differenza del finale della scorsa stagione. Vedremo... La lotta scudetto? La squadra più forte è il Napoli, nel modo di giocare, soprattutto quando non riesci a prendere palla. A me è capitato contro il Barcellona di Guardiola, tu andavi lì e non potevi fare nulla. Magari il Napoli non ti fa sei gol, ma nel possesso palla sono molto vicini ai blaugrana. Ma se giocano sempre gli stessi sentiranno un po’ di stanchezza. Finora hanno fatto un calcio bello ed efficace. Hanno giocato bene e hanno vinto, per questo sono davanti. Noi quest’anno abbiamo la squadra per vincere lo Scudetto, anche se è vero che nella passata stagione non c’erano altre squadre come l’Inter. La Juventus, invece, non mi sembra stia come le precedenti stagioni. L’ho battuta sia col Genoa che con la Roma, ma la vedo indebolita. Non tanto per i giocatori che restano fortissimi, come Higuain e Dybala, ma non vincono le partite con la stessa facilità che ha il Napoli che ti spacca la porta. Non è impossibile come negli altri anni. Certamente resta una delle candidate più importanti del campionato”.