Anche un gigante come lui ha sentito il peso della successione di Alisson, uno dei migliori al mondo: “Sì, certamente, io venivo da una piccola Lega e in molti non conoscevano neanche il mio nome, non era facile arrivare dopo un portiere forte come Alisson”. Non si nasconde Robin Olsen, che dopo un avvio in salita si sta prendendo la Roma con la forza della sue parate e di una volontà incrollabile.
Ora qualcosa è cambiato per il portiere svedese, che in un’intervista rilasciata al Romanista ha ammesso di sentire una fiducia crescente nell’ambiente giallorosso: “Sì, ho giocato diverse partite, la maggior parte anche bene e ho preso fiducia. Questa è la strada giusta”. C’è un episodio in particolare che ha aiutato Olsen, che ha fatto da schermo alle critiche e alla diffidenza: quell’abbraccio con De Rossi dopo la vittoria con il Torino: “E’ stato fondamentale. L'ho apprezzato moltissimo, c'era molta pressione su di me, ma ho sentito che durante la gara tutta la squadra mi stava sostenendo. È stato importante mantenere la porta inviolata all'esordio.
Come percepivo la sfiducia iniziale? Giornali, social, radio? Io ho i miei profili social dove tutti possono scrivermi, ma tendo a non leggere molto. È il mio modo di gestire la pressione, mi comportavo allo stesso modo anche a Copenaghen. Ma anche non leggendo, sinceramente, avvertivo la diffidenza, si sentiva... Lo capisco anche: pensavo fosse normale venendo dopo Alisson. Per quello che lui ha rappresentato. Ma è ancora più bello arrivare così e dimostrare il proprio valore. Ora? Ora sento più fiducia, dalla squadra l'ho sempre sentita. Sto migliorando, anche con la lingua, comprendo meglio l'italiano anche se ancora non parlo perfettamente".
L’intervista integrale su Il Romanista in edicola oggi.