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Data: 18/09/2017 -

Roma, Nainggolan: "Ho sempre fatto la mezz'ala, sono rimasto per vincere. Idolo? No, mi sento rispettato. Spalletti e Di Francesco..."

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Torna a parlare Radja Nainggolan dopo la vittoria della Roma contro l'Hellas Verona di sabato sera, e lo fa tramite le pagine de Il Romanista. Ecco le sue parole: "Gol? Quindi non è vietato segnare anche in questo ruolo? Battute a parte, il gol l’ho vissuto come qualcosa di naturale, frutto del lavoro. Mi ha fatto piacere che sia arrivato anche su una bella azione. Io non ho mai avuto dubbi, già nelle partite precedenti ho avuto delle occasioni, ma al di là della soddisfazione personale è stato importante sbloccare il risultato e dare il via a una bella vittoria davanti ai nostri tifosi. Adesso dobbiamo restare concentrati e andare avanti su questa strada”.

Si parla poi della posizione in campo, che per alcuni è un motivo di contrasto con Di Francesco: "Lo dicono fuori, ma che ne sanno? Dieci metri più avanti o più indietro a me non cambiano niente. Dove gioco gioco. Mica voglio negare che lo scorso anno sia stata la miglior stagione per me, ho fatto tanti gol e tante partite importanti. Ma io ho sempre fatto la mezz’ala, sto solo cercando di riabituarmi al ruolo. Io non sono un trequartista, di solito quelli che giocano lì sono giocatori alla Ronaldinho. Il mio ruolo l’anno scorso è stata un’invenzione di Spalletti e si è rivelata perfetta per me. Ma ora sono tornato al vecchio ruolo e anche questa posizione è perfetta per me. Stiamo parlando di niente. Obiettivo? Io voglio fare meglio dell’anno scorso, questo è chiaro. Se sono rimasto a Roma è perché voglio vincere con questa squadra, questa maglia, questa piazza. Sarà un’emozione che non si può descrivere. Spero che prima o poi possiamo festeggiare qualcosa. Avevo molte offerte importanti, ma per me è importante lo stile di vita giusto con le persone che amo, sono felice dove sto e non avevo nessun motivo di cambiare. Non è solo questione di stare bene a Roma, è che qui ricevo tanto affetto, forse qualcosa ho anche dato, certo, non c’è cosa più bella. L’altro giorno prima della partita con l’Atletico, Carrasco mi chiedeva perché fossi rimasto qui. Perché qui ho tutto, gli ho risposto. La società vuole crescere, io voglio vincere. Siamo una squadra di grandi tradizioni. Siamo la capitale d’Italia, non può essere che non vinca qualcosa per tanto tempo. Sono sicuro che presto succederà".

In estate era stato accostato anche all'Inter di Spalletti: "Sicuramente è un grande allenatore, non posso certo negarlo. Con lui mi sono trovato bene, certo, e avendo segnato tanto è naturale che il mio rendimento abbia colpito tutti, ma la mia scelta è fatta. Mi sono affezionato a questa città ormai. Idolo? No, mi sento rispettato. Quando uno dà tanto poi riceve tanto".



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