Una notte da semifinale. Una notte per cominciare a sognare la finale. Una notte per provare ad avvicinarsi a un trofeo che in Europa non è stato mai conquistato. Tutto questo e molto altro caratterizza l'andata delle semifinali Conference League tra Leicester City e Roma.
La sfida, che si giocherà al Leicester City Stadium, rappresenta una ghiotta opportunità per entrambe le squadre, ma soprattutto per la Roma. Battendo il Bodø/Glimt, i giallorossi hanno ottenuto la terza semifinale europea in cinque anni. La squadra di Mourinho vuole centrare una finale che manca da ben 31 anni. Il doppio confronto contro l'Inter in Coppa Uefa è un ricordo da aggiornare, superando quel penultimo step stregato per i giallorossi, quando sono chiamati a giocare contro squadre inglesi.
Roma, la finale di Champions mancata contro il Liverpool grida vendetta
Quattro anni fa la Roma, allora allenata da Eusebio di Francesco, tocca uno dei punti più alti della sua storia recente. La stagione 2017-2018 della Roma in Champions League è una della cavalcate più belle, nonché avvincenti dei giallorossi in Europa. L'Atletico Madrid ai gironi, lo Shakhtar Donetsk agli ottavi e il Barcellona ai quarti sono gli avversari di spessore eliminati dalla competizione. La semifinale contro il Liverpool non è altro che l'occasione di tornare a giocarsi la vittoria di una coppa, solo sfiorata il 30 maggio del 1984 proprio contro gli stessi Reds, allora vincenti solo ai calci di rigore. Sì, proprio quel rigore netto, negato dall'arbitro Skomina per quella parata di Alexander-Arnold sul sinistro volante di El Shaarawy.
Quel momento resterà impressa nella memoria dei romanisti, che hanno accarezzato la possibilità di portare ai supplementari un match, che, all'andata non conosce storia. La doppietta dell'ex Salah contribuisce a eliminare i suoi ex compagni dal sogno di raggiungere il Real Madrid a Kiev. Ma il 5-2, con cui la Roma esce sconfitta dall'Anfield Road, non può essere salutato come una disfatta, visto che i giallorossi sono riusciti a vincere 4-2 all'Olimpico. Vittoria inutile, vero. Ma la consapevolezza di aver dato tutto, c'è.
Roma, l'illusione si ripete in Europa League: questa volta tocca al Manchester United spezzare i sogni giallorossi
Dopo "l'intervallo" di una sola stagione senza raggiungere memorabili traguardi europei, la Roma fa ripartire la sua scalata verso la vetta nel Vecchio Continente, ripartendo dall'Europa League. A Di Francesco, succede Fonseca sulla panchina della Roma. L'allenatore portoghese può confrontarsi solo con la seconda coppa più importante in Europa. Il Braga ai sedicesimi, lo Shakthar agli ottavi e l'Ajax ai quarti sono gli ostacoli superati per arrivare a giocarsi un'altra semifinale di lusso: quella contro il Manchester United. La prima mezz'ora di gioco di grande personalità, mostrata all'Old Trafford, fa sperare nella clamorosa impresa. impresa che, però, non si verifica per una ragione molto semplice: lo United è troppo più forte dei giallorossi e il 6-2 a finale ne è una chiara testimonianza.
La superiorità tecnica e tattica della squadra, guidata da Solskjær, è manifesta anche per buona parte del match di ritorno, anche se la Roma fa di tutto per divorarsi delle occasioni anche clamorose, che avrebbero raccontato forse un'altra storia rispetto al 3-2 dell'Olimpico. La rimonta nei 90 minuti casalinghi lascia dei rimpianti, minimizzati per quello che si è visto nel doppio confronto, che, cosituisce anche la parte più nobile dell'esperienza di Fonseca in Italia. Un'Italia che si aggrappa alla Roma anche questa sera.
Per carità, si tratta della "neonata" Conference League. Per carità, forse non avrà il fascino della Champions League o dell'Europa League. Ma la Roma c'è. La Roma è per l'ottava volta nelle prime quattro squadre d'Europa, che si contendono una comptizione Uefa. In due occasioni ha disputato una finale. E si spera che, al termine di questi 180 minuti, questa possa essere la terza.