Quando Alessandro Florenzi ha iniziato ad indossare la maglia della Roma Francesco Totti ne era già il capitano. E’ sempre stato una costante: dal suo esordio all’assist per il primo gol. Totti c’era sempre. Da quest’anno sarà diverso, come ammesso dallo stesso Florenzi a La Stampa: “Ci manca, come persona, compagno, capitano: ci avevo fatto tutti i ritiri. Se ho fatto l’abitudine a vederlo dietro una scrivania? Veramente no, perché ancora non l’ho visto. Ma ci starà vicino e per noi sarà un gran vantaggio. È entrato in tanti miei sogni. Lo vedevo quando facevo il raccattapalle, al mio esordio sono entrato al suo posto e mi ha fatto l’assist per il mio primo gol: potevo chiedere di più? Sono stato fortunato a vivere quel che è stato Francesco, i suoi anni, la sua fine calcistica, toccante, per tutti quelli che amano il calcio. Ora lo vivrò da dirigente e sono sicuro che farà il meglio per la Roma, come ha sempre fatto. Cosa ricordo dell’esordio? Di Francesco, uno sguardo e il suo sorriso, per stemperare la tensione, che ovviamente era solo mia. All’inizio un po’ di soggezione, perché hai paura di sbagliare, anche solo un passaggio. Ma lui e Daniele De Rossi sono sempre stati fenomenali, perché ti fanno sentire a tuo agio, come se ti allenassi con loro da anni. Sognavo di diventare un giocatore della Roma, ma non certo lui, e neppure capitano. Averlo fatto, è già stata tanta roba. Cos’è il talento? Un giocatore che ha gli occhi di dietro, riesce a vedere cosa succede alla sue spalle, anche prima degli altri. Questa è la mia definizione di talento”.
Si allena e corre Florenzi, vuole tornare al massimo della forma nel più breve tempo possibile. Vuole mettersi alle spalle i due infortuni che hanno rallentato la sua ascesa: “Ora va bene, diciamo che l’ho presa con filosofia. E con il giusto tempo, anche dopo il primo infortunio, perché nel secondo c’è stata una casualità. Non è vero che ho voluto forzare i tempi. Juve indebolita senza Bonucci? Sì, perché è un uomo di carisma e personalità, che a loro leva tanto, anche se restano una squadra formidabile, quella da battere. Però, togliere Bonucci sarebbe come levare De Rossi alla Roma. Daniele è il raccordo di tutto. Le cessioni di Rudiger e Salah? Sono stati molto importanti, ma speriamo che siano e sono rimpiazzati da giocatori altrettanto forti. Nainggolan? Il più forte centrocampista del campionato e forse non solo di quello italiano. Se ho paura di non entrare in Champions? Il Milan e soprattutto l’Inter, che non ha le coppe, possono dire la loro, ma noi siamo pronti a dar battaglia a tutti. Di Francesco? Allenare a Roma è difficile: Non lo dico io, ma gli anni: qui si passa dalle stelle alle stalle. Ci sono tante radio, tv, siti, che ogni giorno parlano di tutto, anche delle cose più banali. Ti devi concentrare. Cosa invidio alla Juventus? Gli scudetti. Come mi vedo io? Non ne ho idea, ma di certo vorrei essere nella Roma che vince uno scudetto”.