Era un giovane ‘scartato’ dalla Fiorentina e in cerca di rilancio, ora è un super talento in Serie A con la Roma,Zaniolo. “Ma per me è sempre rimasto semplicemente Nicolò”. Storia di un’amicizia nata nella piccola Chiavari ma diventata grande sul campo, legata a doppio filo con Roma-Entella di Tim Cup lunedì. Una partita speciale per Zaniolo ma anche per Mauro Semprini, attaccante romano classe ’98 ora al Ponsacco in D, che vedrà la squadra per cui tifa fin da bambino ed il suo grande amico affrontare quel piccolo club biancoceleste in cui i due si conobbero per la prima diventando inseparabili. “Nico si presentò a ritiro già iniziato a luglio dopo l’addio alla Fiorentina. Siamo diventati amici mano che i giorni passavano, tra un pranzo e l’altro all’hotel Zia Piera (dove vive la maggior parte dei giocatori della Primavera dell’Entella fuori sede, ndr). Non nascondo che inizialmente ad alcuni Nicolò sembrò un po’ presuntuoso. È una sensazione che magari può dare a prima vista. A pelle. Ma non c’è nulla di più sbagliato riguardo a Nicolò” , racconta Mauro Semprini in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com.
Ci spiega anche il perché con esempi pratici. “Una volta prima di una partita mi prestò i suoi scarpini. Segnai e da allora… non glieli ho più restituiti! Li ho ancora io”. Oppure “capitava spesso di passeggiare per Chiavari e un giorno, dal nulla, entrò in un negozio e mi comprò una maglietta da 200€. ‘Ma che sei scemo?’, gli dissi sbalordito. Eppure fu un gesto che Nicolò fece di cuore, senza presunzione. Lui è fatto così. È un ragazzo genuino grazie anche agli insegnamenti della sua splendida famiglia, alla quale è davvero legato”. Beh, ora che è in ottica di rinnovo… “Se me vo’ regalà ‘na Ferrari non m’offendo!”, scherza Semprini che col suo accento romano doc parla con piacere dell’amico dei tempi dell’Entella, tanto che “per l’intervista mi sono scritto cinque pagine d’appunti per non dimenticare niente”, afferma con l’ennesimo sorriso.
Nicolò ogni ogni giorno viaggiava da casa sua a La Spezia a Chiavari e il tempo libero lui e Mauro lo trascorrevano sempre insieme. “Andavo a prenderlo instazione, veniva in camera mia all’hotel Zia Piera e giocavamo alla Play, chiacchieravamo. Il nostro gruppetto era composto da me, Nicolò, Lorenzo Mitta e Gioacchino Carullo”. Fuori dal campo poi descrive Zaniolo come “un ragazzo che ama scherzare, spensierato e ingenuo nel senso buono. Penso che questa sia stata la sua arma in più per arrivare dov’è ora senza sentire la pressione. Pensate che all’Entella prima di ogni partita era l’unico che rideva e faceva il cogl***e – ride Semprini -. Io cercavo di trovare la concentrazione giusta, magari già dalla sera prima, poi sentivo lui fare battute e scherzare e mi capitava di perdere la pazienza. ‘Nico, vuoi fare il serio?!’”. Niente da fare. “Appena l’arbitro fischiava però si trasformava e quell’ingenuità mostrata fino a poco prima si trasformava in una grande maturità in partita. Ora lo trovo molto maturato anche nella vita di tutti i giorni e penso che ciò sia dovuto ai consigli di suo papà, Igor, che ricordo sempre con grande piacere. La sua esperienza da ex calciatore e i suoi consigli hanno controbilanciato questo carattere un po’ ingenuo di Nicolò nel momento di prendere le decisioni”.
Lo Zaniolo dallo sguardo serio e determinato ammirato nei match di Serie A negli spogliatoi ai tempi dell’Entella si trasformava: “Scherzava sempre e al fisioterapista diede anche un soprannome che si porta dietro ancora adesso. Lui si chiama Franco e ogni giorno ci ripeteva di bere tanto. Così Nico lo soprannominò… ‘Franco-litro’. Rido ancora adesso a pensarci!”.Durante gli allenmenti invece: “Mi bastava uno sguardo per capire quando voleva cazzeggiare e quando voleva fare il serio. Durante una partitella di fine anno ce la siamo presa col povero Mitta, uno del nostro quartetto. Era in squadra con noi e appena ci capitava la palla tra i piedi al posto di passargliela gli tiravamo delle vere e proprie cannonate addosso. ‘Ao’ vuoi stoppà la palla?’. E una, due, tre e quattro… Alla quinta Mitta è esploso nel vero senso della parola. Ce le ha promesse: credo avrebbe voluto ammazzarci. Peccato che è grosso come me e Nicolò messi insieme quindi appena l’abbiamo visto perdere le staffe abbiamo smesso se no sarebbero stati guai!”.
Un mercoledì però “durante la partitella accadde che io e lui giocavamo nella stessa squadra ma non mi passava mai la palla. Non so perché. Ad un certo punto sono stato io a perdere la pazienza e mi sono messo ad urlargli contro. Lui ha fatto lo stesso con me. L’allenatore, Castorina, ci ha sentiti e ci ha spediti a correre. Io e Nicolò appena ci siamo guardati siamo scoppiati a ridere e abbiamo iniziato a correre. Meno male che dopo 5’ ci ha richiamati se no avremmo corso per tutto l’allenamento…”.
All’Entella in quella stagione 2016/17 fu tutto davvero perfetto. La prima squadra lottò quasi fino a fine campionato per i playoff; la Primavera raggiunse addirittura la finale di Tim Cup contro la Roma. All’andata finì in pareggio in Liguria grazie al gol proprio di Semprini, subentrato nel secondo tempo, al ritorno invece vinsero 2-0 i giallorossi. Fu quella la prima volta di Zaniolo all’Olimpico. Lunedì rivivrà la stessa partita ma a maglie invertite. “Ricordo anche quando andavamo in prima squadra insieme dove i ‘vecchi’ ci hanno sempre fatto sentire a nostro agio. Soprattutto il capitano, Michele Troiano, una persona d’oro. C’era anche Ciccio Caputo. Il giorno dopo il mio gol alla Roma mi chiamò da parte e mi chiese se perché esultai con le mani dietro alle orecchie e se fosse una protesta. Il motivo era un altro: sapendo di non partire titolare dissi ai compagni che se fossi entrato avrei spaccato tutto ed esultato così. Andò proprio in quel modo e mi fece piacere quando Ciccio il giorno dopo mi chiamò da parte per parlarmi”.
Nonostante la sconfitta in finale, quella squadra Primavera aveva vissuto un anno davvero da protagonista. Giusto svagarsi un po’ a fine stagione, magari con una serata. “Penso che la prima serata vera e propria Nicolò l’abbia fatta con noi quell’anno. Era la settimana successiva alla finale di ritorno all’Olimpico e come sempre passeggiavamo sul lungomare di Chiavari. ‘Facciamo qualcosa di diverso?’. Lui è un po’ come me, un ragazzo casa-allenamento. però quella volta abbiamo preso e siamo andati a ballare in un locale a Genova – continua Semprini -. Bevemmo un po’ più del solito e ricordo Nicolò mentre ballava con le mani dietro le orecchie imitando la mia esultanza contro la Roma. Io e Carullo siamo morti dal ridere! Poco dopo una ragazza chiese a me e Nicolò se fossimo gemelli”. Non era la prima volta. Anzi “capitava spesso, forse perché siamo entrambi alti e coi capelli lunghi e biondi. Anche mia mamma alle nostre partite visto che sembravamo così simili… tifava per tutti e due allo stesso modo”.
Ora Mauro gioisce per l’amico protagonista in Serie A e in Champions ma allo stesso tempo “provo emozioni strane, difficili da raccontare. Non lo vedo come lo vedrebbe un tifoso perché è un mio caro amico con cui ho vissuto un anno interno insieme, ogni giorno. Durante i nostri discorsi parlavamo sempre dei vari Modric, Bale, CR7 come se fossero stati dei marziani irraggiungibili. Ora lo vedo giocarci contro, scartare Bale o dare il cinque a CR7 allo Stadium e tra me e me penso che allora non è solo un sogno ma bisogno crederci sempre. Sempre. Nico era un ragazzo come tutti noi e ora guardate dov’è!”.
Vederlo poi con la maglia della squadra del cuore fa davvero un certo effetto: “Quando in estate lessi della trattativa con la Roma feci lo screenshot e glielo mandai. ‘Nico ma è vero?’. Mi rispose con un cuore. Capii subito come sarebbe andata a finire e dopo due settimane infatti lo ufficializzarono. Io sono un tifosissimo della Roma ma non gli ho mai fatto alcuna domanda riguardo i vari Totti, De Rossi e così via come farebbe ogni tifoso perché voglio un rapporto da amico e non appunto da tifoso”. Perché per Mauro lui “è Nicolò, non Zaniolo”. Lo stesso ragazzo che conobbe all’Entella dopo la delusione vissuta con la Fiorentina. Lo stesso che sta diventando grande tra i grandi a Roma.