"Una stagione che può renderci orgogliosi. In Champions abbiamo fatto qualcosina in più di quanto potesse essere possibile e ci resterà anche un pizzico di rammarico. E probabilmente, invece, abbiamo fatto qualcosina in meno in campionato, che è l'obiettivo più alla nostra portata che potremo provare a scucire ai ragazzi che stanno festeggiando adesso". Lucido, sereno e consapevole. Daniele De Rossi analizza presente, passato e futuro della sua Roma in campionato e in Champions League: "Cosa fare per colmare il gap con la Juve? C'entra anche il mercato. Sono in difficoltà a parlarne perché non è mio ruolo e non voglio de-responsabilizzare noi giocatori. Ma qui a Roma se ne parla tutto l'anno, si tende a dare la colpa ai nuovi quando invece alcuni devono essere solo aspettati - ha proseguito il capitano giallorosso ai microfoni di SkySport -. Il mercato però incide. La potenza economica della Juve gli permette di avere un 'arsenale' mostruoso. Fino al 18 agosto bisogna essere perfetti e rinforzare la squadra. Le voci di mercato a gennaio? C'è stato un calo ma non è il primo anno che caliamo in quel periodo. E' una città che vive di voci, anche se quelle erano più di voci... Sarebbe riduttivo dire che abbiamo perso partite perché c'erano delle voci. Le abbiamo perse perché dobbiamo migliorare. E ci hanno fatto migliorare, anche per l'anno prossimo. Mentalità più europea? Un altro degli handicap di quest'anno è che è arrivato un allenatore nuovo e che si è dimostrato più che bravo ma ci vuole tempo per capire cosa vuole da noi e per fargli capire cosa noi possiamo dare. Non siamo meno forti del Napoli ma non giochiamo bene quanto loro. L'anno prossimo possiamo accorciarlo questo gap. La società sta facendo dei passi in avanti. Stiamo crescendo e noi nello spogliatoio la stiamo vivendo in maniera migliore. Vedi gente che sta bene. Ci manca quello che hanno loro: il martellare domenica dopo domenica squadre inferiori a noi. La Juve, ad esempio, contro l'Inter era irriconoscibile eppure ha vinto. Noi questo dobbiamo riuscire a fare".
"Faccio fatica a parlare delle mie prestazioni ma gli ultimi anni mi hanno reo orgoglioso. In passato, dal campo non me ne accorgevo, ma riguardandomi dicevo: 'Forse è ora (di smettere, ndr)'. Nessuno mi ha mai messo pressioni nè mi ha fatto sentire uno di troppo. Poi ci sta la stagione in cui stai meno in forma, non sono Messi che cambio il volto alla squadra. E' sempre importante comunque arrivare in Champions, abbiamo visto cosa può offrirti. Fare una buona Champions può cambiare tutto. Cosa ruberei alla Juve? Quei 70/80 milioni all'anno che investono nel mercato".