Giornata di vigilia in casa Roma. Domani la squadra di Daniele De Rossi fa il suo esordio nella Serie A 2024-2025 all'Unipol Domus contro il Cagliari. Oggi alle 14:30 l'allenatore dei giallorossi ha presentato il match in conferenza stampa.
Roma, la conferenza stampa di De Rossi
In apertura De Rossi ha risposto a una domanda su Dybala: "Non ci sono indisponibili, mi sembra. Leo Paredes giocherà con la Primavera, perché è squalificato e ha bisogno di minuti. È arrivato un po' più tardi, quindi ha bisogno di giocare qualche minuto. Siamo contenti di avere sempre questo sostegno da parte del settore giovanile e dalla Primavera, giocherà X minuti che abbiamo già deciso. Per Dybala abbiamo sentito che c'è qualche cosa, se n'è parlato un pochino, ma Paulo sta con noi. Tanti altri giocatori hanno delle situazioni aperte di mercato, ma viene con noi, è convocato".
L'allenatore ha poi spiegato quali sono le sue ambizioni per la seconda stagione alla guida della Roma: "Sono le speranze e i sogni di altri otto, nove, dieci allenatori che bene o male lotteranno per gli stessi obiettivi su per giù, chi più chi meno. Spero di continuare a vedere questo entusiasmo e questa dedizione al lavoro che hanno avuto i ragazzi in tutto il precampionato. La prima fase era piena di ragazzi giovani, che ci hanno dato una mano grande perché con la loro qualità hanno tenuto il livello dell'allenamento alto nonostante ci fosse comunque differenza. L'ultima parte è stata fantastica, abbiamo lavorato bene insieme. Vorrei poter dire che quelli che ci sono oggi saranno gli stessi che ci saranno il 2 settembre, ma sappiamo che non è così per nessuna squadra. Quindi andremo a rilavorare su quello che abbiamo fatto anche in futuro, ma il sogno è di riuscire a riportare questa squadra il più in alto possibile e secondo me la direzione anche mentale dei giocatori per ora, per quello che ho visto, è ineccepibile".
De Rossi è poi tornato a parlare dell'eventuale perdita di Dybala: "Io non sono più un tifoso, anche se lo sarò sempre. Cerco di trattare con delicatezza argomenti che per i tifosi sono vitali. Forse solo uno più di me può sapere cosa significa essere legati a un popolo. Da allenatore: non posso commentare dei voci, delle chiacchiere, non sono stato parte in causa delle discussioni. Poi ne parlerà Paulo che per me era e resta un giocatore forte. Io quello che dovevo dire l'ho detto alla società e a Dybala, poi non posso più andare oltre. Qui alla Roma nessuno è più importante della Roma, questo è un concetto che non deve essere travisato. Io non ho nessun altro interesse, voglio solo fare la squadra forte perché è l'unica cosa che salva gli allenatori. Io solo quello voglio, se qualcuno ha piacere a buttarla su altri temi mi dovrebbero conoscere. Io voglio che quando la lascerò sarà più forte e in una posizione migliore".
Su Soulé: "Soulé negli under 23 è primo in tutte le statistiche, è davvero pericoloso e noi dovremo essere bravi a metterlo a suo agio. Una menzione per chi c'è qui e per chi lo scorso anno ha giocato poco ma sta tenendo il livello alto".
Ancora su Dybala: "Neanche un dirigente può parlare di queste cose, si tratta di qualcosa in più di semplici voci, ma magari il 2 settembre ne parleremo tranquillamente. Non è che io non voglio parlare di questa cosa, ma al momento non si sa niente, anche un dirigente e Dybala farebbero fatica a parlare di una cosa non compiuta. Io vorrei parlare di meno, anche da giocatore era così. Le conferenze prepartita sono totalmente inutili, non c'è bisogno di una figura comunicativa. Ma se domani entrasse nello staff una persona del genere la valuteremo e magari sarei anche contento. Dybala? 24 mesi fa il Napoli ha venduto tutti i top e poi alla fine dell'anno ha vinto lo scudetto. A volte le squadre anche perdendo dei pezzi si ricostruiscono e rinascono".
Sul consenso della società e della tifoseria: "Le scelte sono mie, la società non si fida ciecamente ovviamente, analizzano, ma poi le scelte sono le mie e del direttore. Qui ci lasciano carta bianca, il desiderio di consenso popolare non l'ho percepito. Qui si ha piacere che la gente sia contenta, io anche ho preso insulti sui social e ho le mie convinzioni tecniche".
Su Dovbyk: "Come caratteristiche non è così diverso da Lukaku, è un finalizzatore forte, veloce, abbastanza pulito, decisivo, attacca bene lo spazio. Le consegne sono più o meno quelle, ma stiamo cercando di non dargli troppe indicazioni perché mi sono accorto che all'inizio del ritiro gli davamo troppe cose. Le Fée i primi giorni voleva fare troppe cose per la squadra e si dimenticava cosa fare per la squadra. I social? Nel quotidiano non mi direbbero quello che mi hanno scritto, non è che incontri uno e gli auguri un tumore. A volte sono dei subumani mai visti, o sono ragazzini e lasci correre. Spero di essere amato sempre, sapevo che da allenatore qualcosa si poteva incrinare, nessuno mi ha mai amato come i tifosi della Roma ma nessuno mi ha mai fatto così male".