Nelle idee di Sampaoli Marcos Rojo probabilmente stasera non sarebbe nemmeno dovuto scendere in campo. Non è una novità che non sia tra i preferiti del ct argentino, col quale condivide giusto la passione per il Rock’n’Roll (grande fan dei ‘Los Redondos’, Rojo). Però il ragazzo dello Utd è un membro storico del gruppo albiceleste: c’era nel 2014 contro la Germania, come nel 2015 in Copa America contro il Cile e anche nel 2016 quando, suo malgrado, in Copa Centenario si fece espellere contro il Cile nuovamente vincitore. C’è sempre stato nel bene e – soprattutto – nel male. Ed è per questo che forse qualcuno dall’interno dello spogliatoio ha suggerito a Sampaoli di fidarsi di lui.
Poi, che che il classe ’90 sia stato schierato per volontà del ct stesso o grazie a qualche suggerimento, poco importa. Ciò che veramente conta è che abbia segnato a 4’ dal termine il gol decisivo che ha condotto l’Argentina agli ottavi da disputare contro la Francia. Facendo impazzire di gioia il proprio ct. Gol di destro, poi: evento più unico che raro per un mancino che di solito quel piede debole lo usa giusto per scendere dall’autobus. Nel momento più difficile ha saputo mostrare ‘huevos’, quell’attributo che per forza di cosa devi avere se nasci ad El Triunfo in provincia di Buenos Aires, ridente cittadina di circa 40 mila abitanti conosciuta principalmente per le bande criminali ed il traffico di droga. Probabilmente anche Rojo stesso, se non fosse stato per il calcio, sarebbe finito lì dove gran parte dei suoi coetanei hanno avuto la sfortuna di finire. Ed il suo carattere fumantino non avrebbe di certo aiutato: le risse per strada erano all’ordine del giorno.
Però ha sempre avuto un sogno da coronare. Giocava a pallone giorno e notte emulando il suo idolo Veron, nonostante poi sia diventato grande in un ruolo completamente diverso. Fin da piccolo insieme al papà, Marcos Rojo Senior, percorreva ogni giorno in bicicletta i 20 km che lo separavano dal campo di allenamento. Sì, perché la famiglia Rojo era troppo povera per potersi permettere un’auto. Il padre, venditore di frittelle per le vie di El Triunfo, con uno stipendio di 2,50 £ giornalieri e 5 figli da mantenere aveva ben altri pensieri rispetto alle automobili. Rojo - che fin da piccolo “si contraddistingueva dagli altri bambini perché voleva sempre essere il migliore”, parola del papà – ha fatto di tutto per diventare calciatore e per ripagare tutti gli sforzi della famiglia.
Un’arma a doppio taglio visto che appena arrivata la notorietà la famiglia stessa è stata vittima di diversi delinquenti pronti a minacciare e colpire i cari di Rojo per estorcere denaro al calciatore. Pensate che addirittura al papà venne puntata una pistola al volto. “Vittime della sua fama”, disse in un’intervista il fratello. Nonostante tutto però il giocatore dello Utd ha trovato dentro di sé la forza per guardare avanti. Sempre. Come nella stagione 2016/17, al termine della quale si ruppe il crociato contro l’Anderlecht in EL, appena un mese dopo che suo cugino Gerónimo rimase ucciso durante un tentativo di rapina a causa di un colpo di pistola sparato un poliziotto in pensione.
La rottura del crociato gli ha pregiudicato anche la stagione appena conclusa visto che ha collezionato tra tutte le competizioni coi Red Devils appena 12 presenze. La tanto attesa convocazione per il Mondiale russo però è arrivata ugualmente e proprio grazie al suo gol l’Argentina può festeggiare il superamento dei Gironi, per la gioia anche di sua maestà Leo Messi. “Godo per il fatto che Rojo abbia segnato il gol decisivo, se lo merita per tutto ciò che ha fatto”. Parola di capitano, a conferma di come Rojo sia davvero benvoluto da tutto il gruppo albiceleste.
“Dio è con noi, sapevo che non ci avrebbe lasciato fuori. Non dovevamo uscire, è meraviglioso vincere in questa maniera. Sapevamo che il cielo ci aveva dato un’altra opportunità”, ha continuato Messi nel post partita. “Dopo il pareggio c’era tensione e nervosismo. Abbiamo sofferto tantissimo ma non meritavamo di uscire. Dedichiamo la vittoria a tutta la nostra gente arrivata fin qui, al loro sacrificio e a tutti coloro che ci sono sempre stati vicino”. Una qualificazione soffertissima anche per lui, autore del primo gol della partita e suo personale in questo Mondiale, dopo tutte le critiche piovute nei suoi confronti dalla stampa mondiale nei giorni scorsi.
Dopo aver trascorso due giorni fa il suo 31esimo compleanno non proprio col sorriso, finalmente la Pulce si è sbloccata ed ora può iniziare il suo Mondiale. Diciamoci la verità: fino ad ora con un’Argentina così sottotono, il 10 è sembrato spesso predicare nel deserto. Ancora una volta però si è caricato i suoi sulle spalle, sperando che questa vittoria possa dare il via ad un Mondiale da protagonista per i ragazzi allenati – almeno sulla carta – da Sampaoli. Giusto per aggiornare i propri record e migliorare le proprie statistiche, Messi con la gara di oggi è diventato il giocatore ad aver messo a segno il maggior numero di dribbling - 107 in 18 partite – nella storia dei Mondiali dal 1966. Superato quel Diego Armando Maradona - 105 in 21 partite – presente sugli spalti di San Pietroburgo e vittima di un lieve malore al termine del match per l’eccessiva gioia palesata anche con metodi poco consoni.
Inoltre, Messi è l’unico giocatore, sempre per quanto riguarda i Mondiali, ad aver segnato almeno un gol da teenager, da ventenne e ora da trentenne. In questo momento però le statistiche lasciano il tempo che trovano: alla Pulce interessa solo arrivare fino in fondo. Dopo la vittoria di oggi sulla Nigeria potrà almeno provarci. Grazie al suo gol e soprattutto a quello di Rojo, uno che forse non ci sarebbe nemmeno dovuto essere.