Una vita al Real Madrid, da leader e protagonista. Una stagione all’Inter e un grande legame con il nostro paese. Anche se le cose a Milano non andarono per il verso giusto: “Hodgson mi faceva giocare ala. Non ci siamo mai intesi - ha raccontato in una lunga intervista concessa a “La Repubblica” - Colgo però l’occasione per salutare tutti i tifosi nerazzurri. È stata un’esperienza importante per me, mi ha formato molto. Ero sicuro che sarebbero tornati a vincere lo scudetto”.
Il terzino brasiliano ha poi parlato degli Europei appena conclusi confessando di aver fatto il tifo per l’Italia: “Il gruppo di Mancini non ha vinto solo per il gioco propositivo e da squadra. Ha avuto la mentalità giusta. Solo così puoi passare, per testa e atteggiamento, dalla Spagna dei palleggiatori alla fisicità dell’Inghilterra. L’Italia è andata via via crescendo, stava bene fisicamente e ha meritato il titolo. Per i mondiali saranno tante le squadre europee a cui noi (il Brasile, ndr) dovremo stare attenti”.
Roberto Carlos ha poi parlato della sua attuale esperienza da responsabile del settore giovanile del Real Madrid: “Vedo partite ovunque. E gioco ancora per beneficenza. Siamo sempre noi, il gruppo del Real Madrid dei “galacticos”. Facciamo sempre scherzi e festa a ogni occasione. Il giocatore del calcio di oggi che mi somiglia di più? Marcelo.”
Stesso ruolo, stesso club e stessa nazionalità.
Infine ha concluso parlando della prossima Serie A e dei tanti grandi allenatori arrivati nel nostro campionato: “Sarà una Serie A combattuta e senza sconti. L’arrivo di uno come Mourinho alza sicuramente il livello. Anche se erediterà l’ottimo lavoro svolto da Fonseca. Sono poi curioso di vedere Sarri a Roma, sponda Lazio. Fa giocare un calcio offensivo, così come Inzaghi. Sarà un bel torneo, mi ricorda il periodo in cui ero in Italia”.