Quando dici che uno che ci mette la testa.. Robert Huth è così, certo anche grazie al suo metro e novanta di altezza, ma non solo per questo. Ci mette la testa perché sale sempre nell'area avversaria quando c'è da raccogliere un calcio piazzato o un calcio d'angolo, cerca la spizzata decisiva, cerca di salire più in alto di tutti per girarla in porta; e ci mette la testa perché è un giocatore maturo, non solo grazie all'anagrafe.
Classe 1984, nato in Germania, lo definiscono un difensore centrale 'vecchia scuola'. Non velocissimo ma tanto fisico, soprannominato non a caso 'Muro di Berlino'. Ma anche 'Popeye', braccio di ferro, per i suoi bicipiti. Quindici anni in Premier, tra Chelsea, Middlesbrough, Stoke e Leicester l'hanno reso quasi "più inglese che tedesco", ed ora si gode la vittoria di un titolo storico insieme a Claudio Ranieri.
sì, lo stesso manager romano che l'ha voluto tra le 'volpi' e che lo allenò al Chelsea nei primi anni del nuovo millennio. Poi sulla panchina dei Blues arrivò Mourinho e per lo Special One non era abbastanza, ma altri club inglesi apprezzavano le sue caratteristiche: "Risoluto, abile e col tiro potente", parola del connazionale Hitzlsperger. Huth è un 'buttafuori' davanti alla porta, ma dal carattere "apparentemente tranquillo, piuttosto timido e anche un po' strano", ha proseguito così Hitzlsperger la descrizione di questo giocatore che lo scorso 6 febbraio spiazzò l'Etihad al terzo minuto. E in quell'occasione segnò ancora, di testa, battendo per la seconda volta Hart e diventando quello che il Telegraph definì 'l'eroe improbabile dell'ultimo capitolo della storia più improbabile della stagione'.
Attenzione però perché per questo centrale, quella contro il City, è stata la sua seconda doppietta in Premier League. La prima fu il 5 febbraio 2011 contro il Sunderland quando vestiva la maglia dello Stoke (finì 3-2 proprio per lo Stoke). Adesso è campione d'Inghilterra per la terza volta. Huth infatti è l'unico, insieme a Schwarzer, tra i giocatori di questo Leicester ad aver già vinto la Premier: nel 2005 e nel 2006, sul gradino più alto del campionato inglese, sempre con la maglia del Chelsea. Questa volta però l'ha fatto da protagonista. Un Muro di Berlino che all'occorrenza si inventa anche goleador. Sempre con la testa.