Avevano ragione loro...o forse no? Maghi della comunicazione per una settimana, capaci di conquistare la simpatia di tutta Italia tra battute, paragoni folli e gif, per un’occasione indimenticabile alle porte, richiamando addirittura l’attenzione delle principali produttrici di videogiochi perché…sì. Semplicemente, una gara così si poteva forse giocare solo alla PlayStation, soprattutto a giudicare dall’esito: ma il campo ha dimostrato tutt'altro. Portando chi era nettamente sfavorito ad un passo da un’impresa più realistica che mai, sconfessando ogni pronostico e restando lontani appena undici metri dal colpaccio a San Siro.
Se ti chiami Pordenone, quinto in classifica nel girone B di Serie C, e sei conscio dei tuoi limiti e delle tue potenzialità, dopotutto non puoi che prendere il tabellone di Coppa Italia che hai davanti con ironia: post ostacolo Cagliari, traguardo superato contro ogni pronostico ai sedicesimi, ecco nientemeno che l’Inter, capolista a sorpresa del campionato di Serie A e scoglio apparentemente insormontabile. Se la parola d’ordine autoimposta è però giocare, tra web e campo, giusto farlo: joystick in mano, stadio e formazioni selezionate, via al divertimento. Con tanto di presidente Lovisa pronto a tornare a casa, in caso di impresa, a piedi. Comprensibili pazzie.
Stato della condizione fisica al top: partenza leggermente timida, poi barra della fiducia in continuo riempimento e freccette tendenti tra il giallo e il rosso. In due occasioni vicini al gol, tra il palo con quadrato premuto a fondo colpito da Magnaghi e l’appuntamento con il tocco vincente al centro dell’area di rigore mancato da Lulli, al pari degli avversari: computer dal valore stellinato nettamente superiore non rispecchiato dalla poca lucidità sottoporta di Karamoh, e costretto man mano a dover inserire i propri pezzi pregiati, con Perisic e Icardi su tutti, per tentare di sbloccare una sfida rivelatasi ben più complicata del previsto.
Concentrazione e organizzazione, comandate da Colucci: il Pordenone ha scherzato sì via social, decisamente meno in campo. Ad un passo dal vantaggio con Sainz Maza e spinto da oltre 4mila tifosi pronti a godersi il sogno-San Siro, mai così vicini ad un’impresa con ogni probabilità anche meritata. Due categorie di differenza che, almeno nei 120’ di gara, si sono viste solamente in maniera parziale: Nunzella impeccabile in fase di chiusura, Lulli perfetto a centrocampo, Berrettoni pimpante nello spingere la manovra offensiva, Perilli sicuro quando chiamato in causa.
Sognare è stato bello, almeno fino ai calci di rigore: tema di discussione anche nel mondo virtuale, tra chi riesce ad angolare o premere troppo quadrato o cerchio, calciando fuori (vedi Lulli stesso), o chi non indirizza a sufficienza (Misuraca). Ma al termine di una serata così, durata anche più del previsto, la delusione non può che essere solamente minima: eliminati dal rigore vincente di Nagatomo per una stranezza voluta dalla lista e stavolta sì, davvero da Playstation. Nonostante alla fine, guardandosi negli occhi e fissando il tabellone, quel 5-4 sia pura realtà: sconfitta sì, ma facendo tremare nientemeno che l’Inter. Perchè in parte avevano ragione loro: roba da videogiochi è stata. Ma la realtà, davvero per poco, è arrivata ad un passo dal regalare al calcio italiano il capitolo di un’altra splendida favola. Interrottasi, con enorme onore e con il sorriso sulle labbra, sul più bello.