Le tappe più importanti di una carriera da favola, completamente a tinte giallorosse. Poi il momento attuale, le rivincite, il rapporto con Roma e la famiglia, i progetti futuri ed anche qualche retroscena di mercato: tantissimi gli argomenti trattati da Francesco Totti, che ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel corso di un'intervista per 'I Signori del Calcio'.
"Il meglio fortunatamente non è ancora arrivato - ha esordito Totti -, perchè anche dopo aver compiuto 40 anni faccio le cose che facevo prima. Le mie giornate rimangono sempre uguali, sono impegnative sia in campo che fuori. Vivo tutto con serenità, mi dedico alla mia famiglia e al calcio. Vado ad allenarmi con la testa giusta e sto bene fisicamente. Sì, mi diverto e sono contento di ciò che faccio. Non è scontato che possa smettere quest'anno? Nel calcio nulla è scontato, lo insegna soprattutto lo scorso anno, quando mi davano per finito, e dicevano che fossi ormai un quarantenne che doveva appendere gli scarpini al chiodo. Nel calcio queste cose succedono spesso, specie quando le cose non vanno per il verso giusto. In ogni caso ognuno è libero di esprimere ciò che pensa, ma sempre nella maniera migliore possibile ed entro i giusti termini. Io ho ancora fiducia nella mia testa, nel mio corpo e sono convinto di poter dare ancora tanto alla mia squadra. Se fisicamente sto bene, per quale motivo dovrei smettere?"
"Spalletti dice che lavoro con più entusiasmo? Certamente lavoro di più rispetto a quanto facevo prima - ha proseguito il capitano della Roma -, a 25 anni si passa sopra a delle cose importanti che in quel momento però sembrano superficiali. Di sicuro, se penso a quello che facevo prima, penso che avrei potuto far meglio. Con l’esperienza si acquisiscono tante cose a cui prima non si pensa. Cosa mi riesce bene? La tecnica è qualcosa di naturale, o ce l’hai o nulla, non si trova così. Ciò che mi riesce bene è il mantenimento, la capacità di giocare con la testa, ovvero pensare un attimo prima a quello che devo fare. Ad esempio se devo fare uno scatto in più certe volte lo faccio, mentre altre volte riposo. In questo mi aiuta l’esperienza". Poi una battuta su un possibile futuro in panchina: "Sto pensando di fare l'allenatore? Ho detto che potrei farlo perché mi capita di vedere gli ex compagni che smettono ed il passo successivo è sempre quello - ancora il numero 10 giallorosso -. Non ci penso, non ho il carattere, sono troppo buono. Certo che vedendo alcuni ex giocatori che fanno gli allenatori… Montella, ad esempio, lo vedevo già come allenatore quando eravamo compagni, mentre gente come Inzaghi, Materazzi o Cannavaro non credevo potessero fare questo ruolo. Conoscendoli caratterialmente li vedevo più come dirigenti, invece col passare del tempo quasi tutti vanno in panchina. Vedremo quando appenderò al chiodo questi benedetti scarpini. Un modello di riferimento potrebbe essere Lippi, mi potrei identificare in lui perchè mi piace il suo carattere. Se oggi fossi sulla panchina della Roma? Mi piace il gioco offensivo, giocherei con un 4-2-3-1. Qualcuno probabilmente potrebbe anche rimanere fuori, ma se dovessi fare l'allenatore mi piacerebbe avere una rosa ampia per vincere. Vorrei sempre avere la possibilità di vincere. Sinceramente ho iniziato ad allenare i bambini, non nascondo che da una parte preferirei più allenare i bambini che una grande squadra. Mi piacerebbe farli divertire, farli crescere in modo positivo, così come ho fatto io. Poi se Dio vuole diventeranno grandi campioni. E non sarà merito mio ma dei genitori, la partita più importante è quella”.
Capitolo mercato, Totti ha svelato anche un retroscena legato alla possibilità di passare alla Sampdoria: "Sì, quando c'era Carlos Bianchi era ormai quasi tutto fatto - ha confessato l'attaccante -. Se fossi andato lì sarei poi finito in una squadra più ambita. Avrei avuto più possibilità di andare al Manchester, al Real Madrid, al Barcellona, alla Juventus. Ma restando alla Roma ho preso una decisione ed ho voluto mantenerla al 100%. Ho scelto di indossare un’unica maglia per rispetto nei miei confronti e nei confronti dei tifosi. Questa cosa mi ha gratificato tantissimo, è stato un successo di vita. Sono romano, sono cresciuto a Roma e morirò a Roma, una delle città più belle del mondo. Essendo cresciuto qui e avendo vestito solo questa maglia Roma e i romani ti vedono diversamente da tutti gli altri calciatori. Non ho la possibilità di godermi a tempo pieno la vita privata. Ad esempio non posso andare in centro, al cinema vado quando la luce è spenta. La gente è amorosa affettuosa e fa piacere che ti gratifichi per quello che hai fatto".
"Perchè ho detto che il momento più bello è stato nella scorsa stagione? Trapelava che fossi un giocatore quasi finito, come se quando arrivi ad una certa età devi per forza chiudere: questa cosa io non lo capisco - ancora Totti -. Ognuno può dire quello che vuole, ma la mia rivincita è stata far cambiare idea a tutti: il campo è sempre la migliore risposta. Le chiacchiere stanno a zero, ma purtroppo non avevo la possibilità di esprimermi, di far vedere a tutti che potevo ancora dare tanto. Per fortuna Dio ha voluto che facessi ciò che realmente mi sarei aspettato, ciò che volevo come persona. Ho sempre creduto in me stesso, credevo di poter fare ancora bene. E poi ci sono stati due, tre episodi, o anche qualcuno di più, verificatisi tutti di seguito, che hanno fatto cambiare idea. Il mio gol più bello? Non è semplice scegliere, perchè non quello che devo ancora fare? Spero che possa segnarne uno più bello di quelli fatti a Inter e Sampdoria, così da mettere a tacere tutti. Quelli sono due gol diversi, uno è di sinistro e uno di destro, uno è di coordinazione e l’altro di pazzia. Un gol che vorrei fare? Ce l'ho già in mente: o in rovesciata, ma se lo faccio adesso è difficile che mi possa rialzare, oppure di tacco, perchè mi manca. Se penso a una tournée di addio come Kobe Bryant prima del ritiro? Il calcio è diverso dal basket, non si può uscire e poi rientrare 3, 4, o 5 volte. Non mi piacerebbe andare in giro e salutare. Ultimamente quando vado negli stadi dove di solito mi insultavano, tipo Napoli, non mi hanno fischiato. È stata la prima volta nella mia vita che mi hanno sorpreso. Chissà, forse è capitato perché la settimana precedente ero stato con Maradona... Fare una scelta alla Del Piero? Abbiamo due caratteri diversi. Lui ha fatto una scelta, io invece non lo posso fare, non è nelle mie intenzioni. Ormai ho detto che chiuderò la mia carriera qui a Roma, sarò uno dei pochi ad aver indossato un’unica maglia per 25 anni. Purtroppo sarò diverso da Alessandro. Ma quando smetterò di giocare mi piacerebbe imparare tante cose”.
Chiusura dedicata al presente, con il campionato in primo piano, e al rapporto con la famiglia: "Vincere lo scudetto o una coppa? Non dipende da noi purtroppo - ha concluso Totti -, la Juventus è prima e noi dobbiamo essere più competitivi sotto ogni punto di vista. Ci manca la tenacia, la cattiveria anche contro le piccole per essere veramente una grande squadra. La Juve, ad esempio, quando incontra squadre come Chievo o Bologna, anche giocando male vince. La forza della Juventus penso che sia questa, non mollano mai. Scendono sempre in campo affamati e veramente convinti di poter vincere tutte le partite. Meglio come padre o marito? Mi trovo bene in entrambi i ruoli. Sono una persona affettuosa, insegno l'educazione e il rispetto e allo stesso tempo ho rispetto verso mia moglie. Quello che ho sempre desiderato è avere una famiglia e tenerla fino in fondo. Per mio figlio Cristian non è semplice portare quel cognome, io cerco di non farglielo pesare e di farlo divertire il più possibile. E' un bambino e deve avere i suoi spazi e i suoi divertimenti. Quando crescerà gli insegnerò i valori della vita, per fare come ho fatto io. Ma è normale che lui ha un tassello in più, più pesante. Le parole di mia moglie verso Spalletti? Il matrimonio è stato sempre saldo, ognuno è libero di dire quel che vuole, anche se nella vita ci sono momenti e momenti. E' normale che io stia in mezzo a mia moglie e all'allenatore. Sono venuto a sapere che lei ha fatto quell'intervista a mia insaputa, hanno fatto queste due domande sull'allenatore e lei si è espressa in una maniera che in quel contesto pensava. Però è un capitolo chiuso, per me e per tutti".