“La parola crisi, scritta in cinese, è composta da due caratteri. Uno rappresenta il pericolo, l’altro rappresenta l’opportunità”.
John Fitzgerald Kennedy affrontava così le difficoltà. Chissà se Moreno Longo conosceva queste parole. Chissà quali pensieri hanno attraversato la sua mente al 40’ del primo tempo. Danièl Ciofani immobile a terra con le mani in faccia. Uno sguardo alla gamba destra. Forse uno strappo, forse peggio, il cattivo pensiero di una stagione finita. Un quarto d’ora prima uno sciagurato colpo di testa di Ariaudo aveva condannato il Frosinone a inseguire il Venezia.
Probabilmente Longo non conosce il cinese. La sua faccia scura mentre Ciofani gli sfila accanto in barella, racconta il suo tormento. Poco dopo le 21 sullo Stirpe la parola crisi non è un ideogramma ma un fantasma. Rappresenta solo il pericolo di affrontare la volata promozione senza il bomber di sempre. L’opportunità di tornare in serie A sembra scivolare, come le lacrime dell’attaccante di Cerchio.
Ma aveva ragione Kennedy. Dalla crisi possono nascere le opportunità. E i leader prendono per mano il gruppo. Forse negli spogliatoi Longo è stato un po’ JFK. Di sicuro, il Frosinone che entra il campo nella ripresa è una squadra assatanata, vogliosa di ribaltare un destino avverso. Addio fatalismo, addio fantasmi del 29 maggio. Via i cattivi pensieri, spazio al calcio. E ai nuovi protagonisti. Quelli capaci di trasformare il momento più critico della stagione in una svolta. Perché quello che succede nel secondo tempo è una rivolta alla sfiga e al tremendismo ciociaro.
A guidare la ribellione è uno dei soldati più fedeli di Moreno Longo: Raffaele Maiello. Non salta una gara da ottobre, non segnava da un girone. Contro il Parma, prossimo avversario del Frosinone. Il suo destro a giro è una perla che impatta la partita e ribalta lo spirito di uno stadio intero. Sono passati otto minuti dall’inizio della ripresa, ne passeranno altrettanti per completare il ribaltone. Un’altra prodezza, targata Nicola Citro schiarisce il cielo. All’inizio di marzo, contro il Novara, aveva firmato l’ultima vittoria. Questa volta un suo colpo di tacco mancino, su cross – guarda un po’ – di Maiello, fa risorgere i ciociari nella Settimana Santa. Due campani, senso drammaturgico e cazzimma innata. La dote più richiesta, quando il fiato sembra mancare.
“Mi auguro che il mio gol abbia segnato la svolta”, racconta Maiello a fine gara, “abbiamo reagito con rabbia a uno svantaggio ingiusto. Adesso dobbiamo insistere e tenere a distanza chi ci insegue”. Oggi ci ha pensato lui, insieme a Citro, ma sarebbe ingiusto dimenticare gli altri. Come Chibsah, instancabile faro del centrocampo giallazzurro. O come Federico Dionisi, trascinatore morale e tecnico quando è uscito il suo gemello. “io e Daniel abbiamo un rapporto speciale. Quando si è infortunato, ho giocato anche per lui. A Pasquetta andremo a cena tutti insieme con il gruppo. Il modo migliore per affrontare le ultime settimane”.
Quelle che diranno la verità. Quelle che decideranno che maggio sarà per la Ciociaria. Nel 2015 fu festa, l’anno scorso uno psicodramma. Il primo tempo sembrava un antipasto di quel 29 maggio. Un’ora dopo, tutto il gruppo festeggiava sotto la curva Nord. Pericolo scampato, crisi sventata. L’opportunità di andare in Paradiso è sempre lì.