Parola d'ordine: ripartire. Insieme, a braccetto e in una sola, unica direzione: quella che ambo le parti hanno sempre desiderato, a rischio deviazione dopo qualche intralcio di troppo, ed infine trovato. La storia tra Gigio Donnarumma e il Milan riprende il via, ancor più che dal fatidico 12 luglio utile ad ufficializzarne il rinnovo, da una sera di mezza estate a Drobeta Turnu Severin, Romania: e immaginarlo, solo qualche settimana fa, sarebbe risultato forse improbabile. Tra un amore che sembrava destinato a concludersi ed una scintilla, inattesa, scoccata in un momento non necessariamente previsto.
La sfida contro il Craiova, avversario rivelatosi più che rispettabile al di là di un favore del pronostico che vedeva nettamente favorita la squadra di Montella, porta infatti in parte il forte marchio di chi del Milan, da ormai due stagioni, è divenuto simbolo. Una parata fondamentale, sullo 0-0 e su Mitrita, rivelatasi decisiva ai fini di un risultato in bilico fino al termine: passino, a conti fatti, il paio di rischi corsi insieme alla difesa in un paio di disimpegni nel secondo tempo, crollati nel giudizio finale di fronte ad un gesto tecnico e mentale valso quanto un gol. Miglior modo per cancellare settimane complicate e volte a mettere in discussione un presente e futuro rossonero in cui Donnarumma, ora, è tornato prepotentemente protagonista: quasi da nuovo, vecchio acquisto di una sessione di mercato a dir poco rivoluzionaria.
Chiamatela abitudine ritrovata, insomma, un po' alla pari di quell'Europa che in casa rossonera mancava da oltre tre anni. Dalla Champions ai preliminari di una competizione in cui ogni gara, come da monito firmato Montella, può portare mille insidie, dal Craiova a qualsiasi tipo di avversario. E al di là di una condizione atletica comprensibilmente migliore rispetto a quella del Milan, con il campionato rumeno già al via da due giornate, i ragazzi di Mangia non hanno affatto demeritato in un'occasione più unica che rara, volando sulle ali dell'entusiasmo (finalmente emerso) di un pubblico esaltato, ma sempre più che corretto. Costretto ad inchinarsi di fronte al primo sigillo rossonero di Rodriguez, tra i migliori insieme a Kessie e Musacchio, e a quella scintilla firmata Donnarumma che potrebbe aver riallontanato ogni dubbio o briciolo di delusione dal cuore dell'ambiente rossonero. In cui la parola d'ordine "ripartire", tra competizioni e sentimenti ritrovati, figura ora sempre più termine chiave.