Era dai suoi tempi che il Perù non gioiva, calcisticamente parlando, come nei giorni scorsi. La Blanquirroja si è qualificata per i Mondiali del 2018 in Russia e Geronimo Barbadillo, vecchia conoscenza del nostro campionato, può festeggiare il fantastico risultato. D’altronde, sono trascorsi ben 36 anni dall’ultima volta che i sudamericani parteciparono alla competizione. E, quella volta, in campo c’era proprio lui, l’esterno che pochi mesi più tardi sarebbe arrivato in Italia, per indossare la maglia dell’Avellino.
Per l’ex centrocampista, però, quella regalatagli dalla sua nazionale non è stata l’unica soddisfazione incassata di recente. Dopo l’esperienza come direttore tecnico nelle giovanili dell’Udinese, oggi Geronimo fa il procuratore e, per i suoi assistiti, sembra essere proprio l’anno giusto per affermarsi. A goderne, insieme a Barbadillo, ci sono due club pugliesi: il Bari di Tello e Petriccione e il Lecce di Davide Riccardi. Per quanto riguarda i biancorossi, Fabio Grosso, a centrocampo, si è affidato proprio all’ex Ternana e al colombiano, arrivati rispettivamente a titolo definitivo dalla Fiorentina e in prestito dalla Juventus. “Tello veniva da una buona stagione ad Empoli - racconta Barbadillo ai microfoni di gianlucadimarzio.com -, anche se lo scorso anno, come pure a Cagliari in Serie B, non ha trovato lo spazio che forse avrebbe meritato. Alla fine della passata stagione, il Bari ci ha presentato un’offerta. Pochi giorni dopo, ha ingaggiato Grosso, che Tello aveva già avuto in Primavera alla Juventus: era il binomio perfetto, il momento giusto per cercare il salto di qualità. Così, abbiamo accettato la proposta, sebbene nel frattempo si fossero fatte avanti alcune società di Serie A”. Meglio un bottino pieno di presenze in Serie B che una stagione a singhiozzi nella massima competizione, insomma. Detto fatto, una volta entrato in campo il colombiano non è più uscito: “E’ un ragazzo umile, intelligente e ha una forza fisica straordinaria - continua Barbadillo -. Per non parlare del motorino che ha nelle gambe!”.
Il centrocampista di proprietà dei bianconeri è solo uno dei tanti colombiani assistiti dal peruviano, che nella sua “scuderia” vanta, tra gli altri, anche Vergara e Zapata. “Cristian? Ancora nessuna novità sul rinnovo. Il suo contratto scadrà nel 2019, quando l’abbiamo prolungato aveva diverse offerte ma il Milan, per lui, è una seconda casa. E’ un bravo ragazzo, sono contento che vada a giocare un altro mondiale con la sua nazionale”. Eppure, in rossonero la concorrenza non manca… “Certo! - commenta Barbadillo - Però, le caratteristiche di Cristian sono piuttosto rare. Spesso si fida troppo delle sue qualità atletiche, è vero, ma la realtà dei fatti è che, con la velocità che lo contraddistingue, a volte può permettersi di provare il recupero sull’avversario, una volta saltato. Non è un caso, infatti, che ex grandi difensori, oggi opinionisti in tv, spendano sempre belle parole sul suo conto”. Zapata è alla sesta stagione con la maglia del Milan. Magari, anche Tello un giorno arriverà in un top club, (ri)conquistando la Vecchia Signora. Per ora, resta un pezzo fondamentale sulla scacchiera di Fabio Grosso. Si fa valere per corsa, recuperi e inserimenti.
Le chiavi del gioco dei biancorossi, però, sono state consegnate a Jacopo Petriccione. Classe 1995, arrivato a Bari la scorsa estate a titolo definitivo dalla Fiorentina. “Sono felice per lui, dopo tanti sacrifici sta mostrando a tutti il suo valore - spiega ancora il peruviano -. Quando era ragazzino, ha fatto provini un po’ dappertutto, e ogni volta si sentiva dire che era bravo ma troppo esile. Lo penalizzavano le qualità fisiche sotto la media, e la cosa lo demoralizzava. Fino a quando, un giorno, l’ex responsabile del settore giovanile del Cagliari (Matteoli, ndr) e Marrocu se ne innamorarono. Lì è cominciata la sua favola”. Che sta continuando, oggi, con addosso la maglia del Bari. “Presto Jacopo arriverà in Serie A, magari proprio con il Bari. Certamente, in biancorosso stanno emergendo il suo valore e la sua duttilità. L’hanno sempre etichettato come un centrale di una mediana a tre ma ha dimostrato di saper dare un grosso contributo anche in un centrocampo a due o nel ruolo di mezzala”.
Incredibile l’impresa dello scorso anno in rossoverde - commenta Barbadillo -. Lì abbiamo avuto modo di apprezzare Liverani, un allenatore che farà strada e che, quando sceglie gli uomini da mandare in campo, non guarda mai alla carta d’identità”.Vedere per credere: Davide Riccardi, difensore classe 1996 in prestito al Lecce dall’Hellas Verona, punto di riferimento nella linea a quattro dei giallorossi. Cresciuto nel settore giovanile dell’Udinese, è stato poi lanciato - proprio nel Verona - dal duo Calvetti-Pavanel. Ora, in sole cinque presenze collezionate in giallorosso, Riccardi ha già messo a segno due reti (leggi qui). A suon di ottime prestazioni, Davide ha scavalcato nelle gerarchie sia Marino che Drudi, che a inizio stagione si giocavano un posto da titolare al fianco di Ciccio Cosenza: “Io sorpreso? Niente affatto. Conosco Davide e sapevo che per lui era solo una questione di tempo. Doveva attendere che gli fosse concessa un’opportunità per dimostrare le sue qualità. Ed è esattamente quello che ha fatto”, spiega Barbadillo. “Al di là delle doti tecniche e della sensibilità nel calciare, che l’hanno portato a essere anche rigorista ai tempi del Verona Primavera, Davide può contare su notevoli qualità fisiche che contraddistinguono pochi altri difensori. E’ veloce, gioca bene la palla con entrambi i piedi ed è forte nel colpo di testa. Non è un caso che lo scorso anno l’Hellas abbia rifiutato le tante offerte arrivate per il ragazzo, tenendolo in rosa fino allo scorso gennaio: zero minuti in Serie B, però comunque un’esperienza importante per lui, che si è allenato per mesi con una rosa di un certo spessore”.
Fonte foto Petriccione: Instagram foto del Bari