Manchester United 2008: van der Sar, Brown (20' sts Anderson), Vidic, Ferdinand, Evra, Hargreaves, Scholes (42' st Giggs), Carrick, Tevez, Rooney (11' pts Nani), C. Ronaldo all. Sir Alex Ferguson
Qualità, tanta. Ma anche grinta e carattere, componenti essenziali da accompagnare alla prima per una miscela ad alto carico esplosivo. In poche parole: Manchester United. Macchina indistruttibile nella stagione 2008, dominio totale in Inghilterra quanto in Europa. Prima il titolo in Premier, poi la Champions League. Risultato? Un double da urlo. A Mosca, la sera del 21 maggio, ci si giocava la storia. Red Devils contro Chelsea, prima finale in assoluto tra due club inglesi. Football&passion, sfida da brividi. A sbloccarla ci pensa Cristiano Ronaldo, non ancora alieno come a Madrid, ma già fuoriclasse fuori dal comune. Colpo di testa perfetto, Cech battuto e United avanti. Poco dopo, però, ecco il pari blues: Lampard buca van der Sar, braccia rivolte al cielo e gol dedicato alla mamma che non c'è più. Gara estenuante, non bastano nemmeno i tempi supplementari. Ai rigori, l'epilogo più bello, quanto inaspettato, per i Diavoli Rossi. Scivolone clamoroso di Terry che spreca il match-point dopo l'errore di Ronaldo, van der Sar ipnotizza Anelka ad oltranza e gara finita. "It's over, Manchester United is Champion" gridano i telecronisti di tutto il mondo. Pelle d'oca. La coppa dalle grandi orecchie va alla formidabile squadra di Ferguson. Mix perfetto di campioni e guerrieri, tecnica e carisma. Dalle giocate di CR7, Rooney e Tevez alla leadership degli Scholes, Giggs o Ferdinand. Con la regia, ovviamente, del fenomeno scozzese in panchina. Impossibile proprio non vincere.
Ma dove sono finiti gli eroi del "Lužniki"? Andiamo a scoprirlo insieme!
Edwin van der Sar: una saracinesca. Portierone vero, difficilissimo fargli gol, detentore del record d'imbattibilità in Premier League (1311 minuti senza subire reti nel 2009). Idolo assoluto dell'Old Trafford, miracoli e interventi decisivi che hanno fatto sognare il popolo dei Red Devils. Specie nel 2008, con quel guizzo sul penalty di Anelka a coronare un'annata straordinaria.Ritiratosi ufficialmente nel 2011, il buon Edwin non ha saputo resistere a lungo al richiamo del magico rettangolo verde. Guantoni di nuovo in mano, quindi, e ritorno in campo giusto un mese fa. A difesa della sua prima squadra, il Noordwijk, società dilettantistica olandese. Rigore subito parato all'esordio, perchè il lupo perde il pelo ma non il vizio...
Wes Brown: Classico gregario che ogni allenatore vorrebbe avere a disposizione. Poco piede sì, ma cuore e forza di volontà fuori dall'ordinario. Una vita passata in divisa rossa, attaccamento vero alla maglia e mai una parola fuori posto. Brown ha sempre saputo farsi trovare pronto nel momento del bisogno. Come nella finale di Mosca, per l'appunto, chiamato a sostituire sulla fascia destra un certo Gary Neville. E il ritiro? Naa, non è ancora giunto il momento. Classe '79, 37 primavere alle spalle, ma tanta voglia ancora di giocare e difendere con i colori del Sunderland addosso.
Nemanja Vidic, Ivan Drago: Il soprannome dice già tutto. Guerriero vero, tenacia e aggressività le sue peculiarità. Con quel vizietto del gol mica male, grazie a un colpo di testa da attaccante d'area di rigore. Tra i migliori difensori degli ultimi 10 anni, con Rio Ferdinand ha costituito una delle coppie centrali difensive più forti della storia del calcio. Su di loro, Sir Alex ha fondato molte delle fortune della sua creatura. Resta il rammarico per l'esperienza italiana con la maglia dell'Inter, ultima avventura del serbo prima del ritiro annunciato nel 2016.
Rio Ferdinand, la roccia di Gibilterra: 3 maggio 2015, Old Trafford. Ferdinand, passato al Qpr nel 2014, ha appena perso la moglie Rebecca, morta prematuramente la notte del giorno prima. Lui non è in campo, non può esserlo. Dalle tribune, però, si alza un solo grido: "Rio, Rio, Rio". Coro che va avanti diversi minuti, tra commozione e lacrime. Basta questo per comprendere cosa sia stato il difensore inglese per il Manchester United. Colonna portante in campo e fuori, leader carismatico dello spogliatoio. Centrale di altissimo livello, carriera costantemente in ascesa. Dopo il ritiro, arrivato nel 2015, Rio è impegnato attualmente come commentatore tecnico sulle reti televisive britanniche.
Patrice Evra: un treno, praticamente impossibile fermalo nelle sue discese lungo lungo la fascia sinistra. Attacco&difesa, 90 minuti a correre senza fermarsi un istante. Con lo United 8 stagioni di vittorie e trofei, pupillo di Sir Alex e idolo dei tifosi, Oggi, con la Juventus, 'Uncle Pat' sta dimostrando di essere ancora tra i migliori del suo ruolo. 35 anni e non sentirli, giocatore straordinario. Evra sembra non invecchiare mai.
Owen Hargreaves: se la sfortuna avesse un volto, probabilmente sarebbe il suo. Talento puro, ma mai sbocciato definitivamente. Tutta colpa di quei dannatissimi infortuni, letali e spietati. Carriera condizionata quella del centrocampista inglese, ma anche ricca di successi. 2 Champions League, 8 Premier League, 4 Bundesliga ai tempi del Bayern Monaco e tanto altro ancora: palmares di tutto rispetto. Nel 2012 l'ultima parentesi con la maglia del City, poi il ritiro a soli 31 anni. Che sfortuna, Owen!
Paul Scholes, the silent hero: eroe silenzioso, sì. Uno di quelli che basta un solo sguardo per capire ciò che vogliono. Centrocampista fenomenale, tra i migliori della storia del football. Calciatore completo, 'the ginger prince', eccellente sia in interdizione quanto nel buttarsi in avanti. Una carriera a lottare per lo United, nonostante quell'asma che lo obbligava a fare l'aerosol prima di ogni partita. Dal 1991 al 2013, 719 battaglie da diavolo rosso, fedele scudiero del suo mentore Sir Alex. Tanto da ritornare a giocare unicamente per lui, nel 2012, dopo aver deciso di smettere in seguito alla finale di Champions persa nel 2011 col Barcellona. Dopo il secondo - e definitivo - ritiro dal calcio giocato arrivato nel 2013, Paul lavora oggi come opinionista televisivo, sempre legato alle vicende del suo United.
Ryan Giggs, the welsh wizard: classe cristallina, sinistro da favola. Che fenomeno, il mago gallese. Trofei su trofei, record infranti e trionfi epici sempre con la stessa maglia. Vestita ben 963 volte, più di chiunque altro. Giggs e lo United, una storia d'amore infinita. Destinata a proseguire ancora per tanto, tanto, tempo. Si, perchè tra i candidati alla guida dei Red Devils per la prossima stagione c'è anche lui, attuale vice del deludente Louis van Gaal. Proprio Ryan, che ha già saggiato cosa significhi sedere sulla panchina di Old Trafford nel 2014, in quel pirotecnico finale di stagione vissuto da allenatore-giocatore dopo l'esonero di David Moyes. Dalle magie in campo, alle - possibili - magie in panchina: se son rose, fioriranno...
Michael Carrick: il baricentro dello United degli ultimi 10 anni. Punto chiave del gioco, classico giocatore magari poco spettacolare, ma tanto concreto. Intelligenza tattica, ordine e geometrie. Qualità e quantità, Elemento fondamentale nello scacchiere di Ferguson, ma anche in quello attuale di Louis van Gaal. Si, perchè Carrick, nonostante i 35 anni, è ancora oggi il faro dei diavoli rossi.
Carlos Tevez, l'Apache: garra y fantasia, semplicemente Carlitos Tevez. Con il Manchester gol e vittorie, consuetudine per uno come lui. Giocate d'alta scuola e qualche colpo di testa, ma che meraviglia vederlo fraseggiare con Ronaldo e Rooney. Beniamino dei tifosi dell'Old Trafford, fino al passaggio agli odiati cugini del City. Fenomeno in Italia con la maglia della Juventus, l'Apache la scorsa estate ha deciso di 'volver a casa'. Alla Bombonera, precisamente, per tornare ad essere il 'jugador del pueblo'. Camiseta numero 10 del Boca, di nuovo profeta in patria per chiudere, alla grande, una straordinaria carriera.
Wayne Rooney, Wazza: attaccante formidabile, ma non solo. Pure centrocampista, all'occorrenza anche difensore. Lo si può trovare dappertutto in campo. Cuore e spirito di sacrificio, sempre pronto ad aiutare i propri compagni. Fuoriclasse con la "F" maiuscola, Rooney. 511 gare con lo United, 264 gol, capace di segnare più di tutti in Premier League con la stessa maglia (177 reti con i Red Devils). Numeri da brividi, destinati ad aumentare nel giro di poco tempo. 31 anni appena compiuti e tanta voglia di riportare il Manchester ad altissimi livelli. "The White Pelè" vuole tornare ad essere protagonista.
Cristiano Ronaldo, CR7: Fenomeno. Alieno. Mostro. Chiamatelo come volete, il concetto è quello. A Manchester Cristiano è cresciuto, come uomo e come calciatore. Educato e coccolato da Sir Alex, pazzo di lui sin dai tempi degli esordi allo Sporting Lisbona. Troppo appariscente agli inizi, grazie all'allenatore scozzese Ronaldo ha saputo diventare più concreto, spietato. Vincendo e stravincendo, facendo innamorare con la sua 7 il pubblico dell'Old Trafford. E oggi? Beh, adesso CR7 incanta e trascina il Real Madrid. Macchina da gol terrificante, miglior calciatore del pianeta in compagnia della 'Pulga' numero 10 del Barcellona. Con l'obiettivo, più volte dichiarato, di tornare un giorno a Manchester. Chissà...
Alexander Chapman Ferguson, Sir Alex: la storia del Manchester United. In carne ed ossa. Dal 1986 al 2013 su quella panchina, diventata ormai casa sua. Occhialetto appannato, chewing gum in bocca e guanciotte paonazze nei momenti di massima adrenalina. Stile unico ed inconfondibile, soprattutto vincente. Anni di vittorie e trionfi, ma anche di sconfitte. Lui c'è sempre stato, nel bene e nel male. Anima di una squadra che, dopo il suo addio nel 2013, pare essere sprofondata in un oblio senza fine. Ambasciatore nel mondo del club, oggi, Sir Alex non ha abbandonato la sua creatura, osservandola settimana dopo settimana sulle tribune degli stadi d'Inghilterra. Speranzoso, sempre, di poter trovare quell'erede a cui passare il leggendario testimone.