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Data: 13/12/2016 -

Regolamentiamo – La guida pratica della Regola 7: la durata della gara – parte seconda

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Regolamentiamo – La guida pratica della Regola 7: la durata della gara – parte seconda
Regolamentiamo – La guida pratica della Regola 7: la durata della gara – parte seconda

Nel caso in cui all’ora stabilita per l’inizio della gara il terreno di gioco risulti occupato da altra gara ufficiale FIGC, l’arbitro dovrà attendere la fine della gara e deve dare inizio alla sua gara non appena il terreno di gioco sarà disponibile. Il termine di attesa per le squadre rimane comunque della durata di un tempo (o di quello minore fissato dall’organismo competente) e decorre dall’ora fissata per l’inizio della gara.

Il cronometraggio di ciascun tempo di gara deve iniziare dal momento in cui il calcio d’inizio è stato regolarmente eseguito, cioè quando il pallone è viene calciato e si muove chiaramente. Fermo restando, come viene anche insegnato durante i corsi arbitro nelle sezioni, l’opportunità per l’arbitro di essere munito e di cronometrare la durata della gara con due diversi orologi, nell’eventualità di guasto dell’unico orologio in suo possesso, deve rivolgersi ai suoi assistenti, se ufficiali, che a loro volta avranno provveduto a misurare il tempo. Si munirà, quindi, di uno dei predetti orologi e potrà proseguire la gara. Qualora la gara fosse giocata con assistenti di parte, l’arbitro dovrà sospendere definitivamente la gara ed annotare sul rapporto di gara l’accaduto.

Come evidenziato in precedenza i calciatori hanno diritto ad una pausa (per prassi, non meno di cinque minuti e, di norma, non più di quindici) tra i due tempi e l’arbitro ha il dovere di garantirla anche se i due capitani si accordano di non fare l’intervallo. Particolare attenzione è richiesta agli arbitri di sanzionare le manovre tendenti a perdere tempo e recuperare il tempo perduto. Per comprendere al meglio il significato della richiesta vengono elencati alcuni esempi, a titolo esplicativo, di seguito riportati: allontanare il pallone quando non è in gioco; mettersi davanti al pallone per ritardare la ripresa del gioco; fingere di essere infortunato; eseguire una ripresa di gioco da una posizione non corretta, col solo scopo di indurre l’arbitro ad ordinarne la ripetizione; far credere di voler eseguire una ripresa di gioco e, senza motivo, lasciarla eseguire ad un compagno; allontanare il pallone per ritardare la ripresa del gioco; attardarsi nell’uscire dal terreno di gioco durante la procedura di sostituzione e altro. L’arbitro deve recuperare il tempo perso alla fine di ciascun periodo di gioco. Tuttavia, la durata del tempo da recuperare è a discrezione dell’arbitro. La procedura per rendere noto il tempo di recupero al termine del primo o del secondo periodo di gioco da mettere in atto dipende dalle diverse categorie di campionato.

In quelli dove è presente il quarto ufficiale di gara, lo stesso procederà, su indicazione dell’arbitro, attraverso l’apposito visualizzatore. Mancando il quarto ufficiale di gara, l’arbitro provvederà secondo le disposizioni del proprio organo tecnico. In entrambi i casi, se durante la fase di recupero si verificassero motivi per un ulteriore prolungamento, l’arbitro indicherà di conseguenza.

In una gara dove sono disputati i tempi supplementari è generalmente accettato che i calciatori abbiano diritto ad una pausa tra la fine dei tempi regolamentari e l’inizio di quelli supplementari. Non è previsto che ci sia un’altra pausa fra i due tempi supplementari, a meno che il regolamento della competizione preveda diversamente. Gli arbitri non possono comunicare a calciatori, dirigenti o altre persone il tempo trascorso o quello mancante alla fine della gara.

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