Il regolamento evidenzia i comportamenti che i direttori di gara devono tenere nei momenti in cui sul terreno di gioco accadono episodi che vedono coinvolti i calciatori riguardo alla possibilità che possano verificarsi danni di carattere fisico.
Sappiamo che tutte le società, quando partecipano a una manifestazione calcistica organizzata sotto l’egida delle federazioni nazionali o internazionali aderenti alla FIFA, accettano che “l’arbitro (un assistente, il quarto ufficiale e in ambito UEFA anche gli arbitri addizionali) non può essere ritenuto responsabile per alcun infortunio subito da un calciatore, da un dirigente (inclusi allenatori, medici, operatori sanitari e collaboratori in genere) o da uno spettatore che sia imputabile a una decisione presa in base alle Regole del Gioco o alle normali procedure previste per organizzare una gara, disputarla o dirigerla”.
In caso d’infortunio l’arbitro lascia proseguire il gioco fino alla prima interruzione se un calciatore è solo lievemente infortunato; interrompe il gioco se un calciatore è gravemente infortunato e garantisce che esca dal terreno di gioco. Fissa che un calciatore non può ricevere cure sul terreno di gioco e può ritornare sul terreno di gioco soltanto dopo che la gara è ripresa; se il pallone è in gioco, deve rientrare da una linea laterale ma se il pallone non è in gioco, può rientrare da qualsiasi linea perimetrale.
Eccezioni all’obbligo di uscire dal terreno di gioco sono ammesse soltanto quando è infortunato un portiere; un portiere e un calciatore si scontrano e si rendono necessarie cure immediate; calciatori della stessa squadra si scontrano e si rendono necessarie cure immediate; si verifica un infortunio grave; un calciatore s’infortuna a seguito di un’infrazione con contatto fisico per la quale l’avversario è ammonito o espulso (ad esempio, contrasto imprudente o grave fallo di gioco), se l’accertamento o le cure sono completate rapidamente; garantisce che ogni calciatore che sanguina esca dal terreno di gioco.
Il calciatore potrà rientrare soltanto dopo aver ricevuto un segnale dall’arbitro, che dovrà essere sicuro che la perdita di sangue sia stata arrestata e che l’equipaggiamento non sia macchiato di sangue; se l’arbitro ha autorizzato i sanitari e/o i barellieri a entrare sul terreno di gioco, il calciatore deve uscire dal terreno di gioco in barella oppure a piedi; se un calciatore si rifiuta, deve essere ammonito per comportamento antisportivo; se l’arbitro ha deciso di ammonire o espellere un calciatore infortunato, che deve uscire dal terreno di gioco per ricevere le cure mediche, dovrà mostrargli il cartellino prima che esca dal terreno di gioco; se il gioco non è stato interrotto per un’altra ragione o se l’infortunio subito dal calciatore non è stato provocato da un’infrazione delle Regole del Gioco, l’arbitro riprenderà il gioco con una propria rimessa.
Fino alla stagione scorsa un calciatore infortunato che era soccorso sul terreno di gioco, doveva uscire prima della ripresa del gioco. Questo è chiaramente poco sportivo se un avversario ha procurato l’infortunio, poiché la squadra che lo ha causato ottiene un vantaggio numerico quando il gioco è ripreso. Tuttavia, questa condizione è stata introdotta perché i calciatori spesso utilizzano in modo antisportivo un infortunio per ritardare la ripresa per ragioni tattiche.
Come punto di equilibrio tra queste due situazioni inique, l’IFAB ha deciso che soltanto per un’infrazione che comporta un contatto fisico in cui l’avversario è ammonito o espulso, un calciatore infortunato può ricevere, dopo veloce valutazione, le cure del caso rimanendo sul terreno di gioco. In linea di principio, l’interruzione non dovrebbe essere più lunga di quanto in questo periodo avviene quando un medico/sanitario entra sul terreno di gioco per valutare un infortunio. La differenza sta nel fatto che prima l’arbitro chiedeva al personale medico e al calciatore di uscire dal terreno di gioco, mentre ora quando il personale medico esce, il calciatore può rimanere sul terreno di gioco.
Per garantire che il calciatore infortunato non prolunghi il ritardo irregolarmente, si consiglia agli arbitri di tenere in considerazione il momento e la situazione di gara e di ogni altro potenziale motivo tattico per ritardare la ripresa; informare il calciatore infortunato che se sono necessarie cure mediche devono essere rapide; autorizzare l’ingresso dei soccorritori (non dei barellieri) e, se possibile, ricordare loro di essere rapidi.Quando l’arbitro decide che il gioco deve riprendere i soccorritori devono lasciare il terreno e il calciatore rimane sul terreno di gioco oppure anche il calciatore esce per ricevere un ulteriore accertamento/cura (in questo caso può essere necessario il segnale ai barellieri). Come linea guida generale, la ripresa non dovrebbe essere ritardata per più di circa 20-25 secondi oltre il momento in cui tutti erano pronti per riprendere il gioco. L’arbitro deve recuperare interamente il tempo dell’interruzione.