Il calcio è sempre calcio, a prescindere dalla categoria. Un pallone, due porte e ventidue giocatori in campo: il resto, che siano soldi e stadi di lusso, non è indispensabile. Anche i campionati minori, quelli che vedono protagoniste le squadre di provincia, sono capaci di regalare emozioni e storie da raccontare. Una di queste, è la storia di Angelo Maraglino, che ha 29 anni e di mestiere fa il portiere.
La scorsa domenica, Angelo è entrato nella storia... del calcio italiano. E fa niente se ci è riuscito giocando nel Mesagne, in Eccellenza pugliese, con una parata sul campo del San Severo. Maraglino è il miglior portiere d'Italia per numero di rigori parati nel corso di una sola stagione: sono già 9 i tiri respinti quest'anno, collezionati negli ultimi mesi con le maglie di Avetrana e Mesagne, club in cui si è trasferito in occasione della scorsa sessione di mercato.
Prima di Maraglino, il record-man del settore era un certo Samir Handanovic, oggi capitano dell'Inter, che nel 2010-2011, quando difendeva ancora la porta dell'Udinese, respinse ben otto rigori, numeri che gli valsero il primato tuttora imbattuto a livello professionistico. Un onore aver battuto il record di Samir? Certamente, anche se gli idoli di Angelo sono altri: "Sono juventino sin da quando ero bambino, perciò il mio eroe è sempre stato Buffon", spiega Maraglino ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Ad un altro portiere dell'Inter, però, Angelo deve tanto: "Ho studiato a lungo lo stile di gioco di Julio Cesar, che tra i big è senza dubbio il portiere al quale somiglio di più per caratteristiche tecniche e fisiche, sebbene ovviamente abbiamo giocato a livelli totalmente diversi. Il primo portiere da cui ho preso esempio, però, è stato mio padre, che ha giocato in quel ruolo per anni e mi ha trasmesso la sua passione per questo mestiere".
Quanto al segreto che si cela dietro le sue parate, Maraglino non ha intenzione di svelare la sua tecnica: "Ci sono tanti fattori che influiscono sulla decisione che prendo quando mi butto da un lato piuttosto che dall'altro. Ogni tanto studio gli avversari, ne analizzo la rincorsa e la postura al momento del tiro. Soprattutto, cerco di stare immobile fino all'ultimo secondo, in maniera tale da mettere in difficoltà il tiratore che ho di fronte. Fa niente se perdo qualche centesimo di secondo per questo motivo, perché fortunatamente sono abbastanza reattivo da riuscire a recuperare al momento del tuffo".
Il calcio è sempre calcio, a prescindere dalla categoria. E lo stesso vale per i tiri dal dischetto: se Angelo ha un segreto, è bene che rimanga tale. Anche perché quel record, che fa invidia persino ad Handanovic, se lo vorrà tenere stretto...