Il "suo" calcio in tre concetti chiave. 1) adattare il modulo di gioco alla rosa a disposizione. Guai il contrario. 2) creare coesione, gruppo. 3) mentalità vincente. I risultati si sono visti. E le rose grigiorosse erano anche fiorite, belle colorate. Piene d’amore. Ma hanno punto uguale, inaspettatamente. Record di punti negli ultimi dieci anni tra gli allenatori alla guida della Cremonese ma… il lieto fine dov’è? Questa volta no, non c’è. "Interrompere il nostro rapporto non è stata una decisione condivisa. Io sarei rimasto ben volentieri per proseguire nel valido programma di lavoro intrapreso, ma la società ha deciso diversamente ed io ho dovuto prenderne atto” ammette Fabio Rossitto in esclusiva. Ex Udinese e Napoli, come giocatore. Ha allenato e fatto bene (benissimo! con una quasi salvezza miracolosa) anche a Pordenone, recentemente. E se gli chiedi cosa ci sia del "Rossitto calciatore" nel "Rossitto allenatore” lui risponde così, schietto e sincero: "Ci sono gli stessi valori umani. Da calciatore sono arrivato in serie A ed in Nazionale perché l'ho voluto con tutto me stesso, perché non mi sono arreso davanti alle difficoltà e perché ho lavorato incessantemente giorno dopo giorno. Da allenatore ho mantenuto la stessa cultura del lavoro e la medesima cura del dettaglio. Vivo di calcio 24 ore al giorno. Con il mio staff, quando non siamo impegnati sul campo, ci dedichiamo allo studio video della nostra squadra e degli avversari per pianificare, da un lato, allenamenti specifichi e personalizzati e, dall'altro lato, per garantire ad ogni calciatore una panoramica completa sui propri errori e sui propri miglioramenti, così come sulle caratteristiche del singolo avversario che andrà ad affrontare la domenica successiva”. Tra gli allenatori che ha avuto in carriera c'è qualcuno che è per lei un particolare fonte d'ispirazione? "Ho avuto la fortuna di essere allenato da tecnici di livello assoluto da cui ho potuto imparare moltissimo. Di grande ispirazione sono certamente il livello di intensità degli allenamenti richiesto da Spalletti, il carisma nella gestione dello spogliatoio che ho riscontrato in Trapattoni, la sagacia tattica nell'interpretare le caratteristiche di un calciatore tipica di Zaccheroni, nonché le qualità di motivatore riferibili ad Arrigo Sacchi". Testa al presente, Fabio troppe domande non se le fa, preferisce un ‘no comment’ di pieno rispetto nei confronti della Cremonese. Anzi, ringrazia chi lo ha sempre appoggiato, anche nelle ultime settimane. "L’affetto dei tifosi della Cremonese? Le attestazioni di stima umana e professionale che mi sono state rivolte dalla piazza grigiorossa mi hanno ovviamente fatto molto piacere perché significa che sono riuscito a trasmettere qualcosa sia sul campo, sia fuori. E ciò nonostante sia rimasto sulla panchina della Cremonese soltanto pochi mesi. Ritengo che nel calcio, come nella vita, oltre ai risultati contino molto anche le soddisfazioni umane e, in questo senso, l'affetto ricevuto dai tifosi mi onora molto. Colgo l'occasione per ringraziarli nuovamente del calore che hanno trasmesso a me ed alla squadra”. Ora, il futuro. "La volontà, ovviamente, è di tornare in pista quanto prima. Spero di avere l'opportunità di pianificare la prossima stagione fin dall'inizio perché è il modo migliore per imprimere alla squadra una certa mentalità ed un determinato impianto di gioco. Alcuni contatti ci sono, vedremo se si tramuteranno in soluzioni concrete”. Sempre con il suo calcio bello chiaro in testa. Pochi concetti ma decisamente buoni.
Data: 31/05/2016 -