Quasi sette ore senza gol, il peggior inizio di stagione da questo punto di vista degli ultimi 14 anni e una soluzione che al momento non sembra essere proprio dietro l’angolo. Il Real Madrid non segna più. E di conseguenza non vince nemmeno più, tanto che i Blancos hanno perso la testa solitaria nel girone di Champions e anche il ruolo di capolista nella Liga. Il collegamento con un’estate tormentata - con poche certezze e tanti dubbi - è quindi immediato.
Prima l’addio di Zidane, poi quello di Cristiano Ronaldo, il caso Modric, un rinnovamento ancora una volta rimandato dopo anni di vittorie e (forse) un appagamento anche comprensibile. Era dall’anno 2004/2005 che le merengues non segnavano così pochi gol nelle prime 11 partite ufficiali: sono 17 quest’anno, erano 14 allora sotto la gestione di Camacho e García Remón. 14 anni fa non c’era nemmeno Sergio Ramos e quella fu l’ultima stagione del primo mandato di Florentino Perez. Da allora sono passati cinque presidenti e 13 allenatori ma il record negativo è tornato prepotentemente in prima pagina.
Anche in quell’occasione l’inizio fu buono ma poi, a poco a poco, la squadra si spense ed è questa la paura dei tifosi che dopo anni di trionfi (soprattutto in Europa) temono la caduta che in estate si poteva soltanto ipotizzare. Il danno e la beffa, se si pensa che gli obiettivi di mercato, inseguiti in maniera nemmeno troppo convinta per la verità, stanno dominando in Europa. Un discorso che si può fare per Neymar, la grande ossessione di Florentino, che a Parigi in 40 partite ha segnato 38 gol e servito 20 assist ai compagni.
Dopo il mondiale il brasiliano sta recuperando la sua forma migliore e mentre a Parigi l’ex Barça eguaglia il suo migliore inizio di stagione del 2014 e del 2015 a Madrid possono soltanto continuare a sognarlo. Stessa cosa per Kylian Mbappé, che attraversa un momento di forma strepitoso. Numeri clamorosi in Champions League e quattro gol in meno di 20 minuti nell’ultima importante partita contro Lione in casa. Il giovane campione del mondo non finisce di infrangere record e dopo 51 partite con il PSG ha messo a segno 31 reti e 20 assist; tutti si chiedono quale sia il suo limite e dove possa arrivare, il Real Madrid intanto può solo osservare.
Poi c’è Eden Hazard, forse il più vicino a un trasferimento in Spagna visto anche il desiderio del giocatore mai nascosto di vestire la maglia dei blancos. Il belga è leader della classifica marcatori in Premier, gol e assist per la squadra di Sarri che lo hanno portato nuovamente al top del calcio europeo e mondiale. Tre obiettivi osservati e abbandonati prima di puntare tutto su Mariano che dopo il gran gol alla Roma ha fatto vedere ben poco. In Spagna sottolineano come l’ex canterano madridista sia ancora un corpo estraneo nell’attacco della squadra e nei movimenti di tutto il gruppo.
E se la soluzione di Lopetegui fosse Vinicius? Il giovanissimo e costosissimo brasiliano non ha avuto modo né tempo di incidere nelle ultime due partite in cui il cui l’allenatore gli ha concesso qualche minuto in campo dopo un inizio di stagione in cui era stato ‘declassato’ al Castilla. Il Real punta forte su di lui, ma in unambiente in grande difficoltà chiunque farebbe fatica. Lopetegui inizialmente ha voluto proteggerlo perché non lo vedeva pronto per la prima squadra, Vinicius ha così fatto vedere cose straordinarie nelle serie minori e in un momento tanto complicato in un attacco totalmente a secco potrebbe essere l’unica soluzione.