Oltre l'inno della Champions League agli ottavi risuonerà molto anche quello dell'Italia e non solo per le squadre qualificate. Ben cinque allenatori italiani (Spalletti, Pioli, S.Inzaghi, Conte e Ancelotti) si giocheranno l'accesso ai quarti di finale, per cercare di mantenere alta questa bella statistiche. Ad elogiare il loro lavoro ci ha pensato Claudio Ranieri, che ha spiegato anche quali sono i segreti che ci contraddistinguono in panchina: "Siamo degli strateghi in continuo aggiornamento".
Ranieri: "Abbiamo una raffinatezza tattica diversa"
L'ex allenatore della Sampdoria in un'intervista per La Gazzetta dello Sport ha spiegato la garnde rappresentanza di allenatori italiani in Champions senza troppi giri di parole: "Sopreso? Per nulla. La Serie A non sarà il campionato più bello del mondo, ma la raffinatezza tattica è cifra stilistica del nostro calcio. Anche le piccole adottano strategie in grado di mettere in difficoltà chiunque". Poi ha puntualizzato anche sulla mancata qualificazione al prossimo Mondiale in Qatar: "Gli azzurri non sono andati al Mondiale per una serie di congiunture sfortunate che prescindono dal valore della nostra scuola di allenatori".
"Alcune volte siamo anche esagerati"
Il segreto che porta gli allenatori italiani ad essere ammirati in giro per il mondo, per Ranieri è uno: "In Italia si studia e si insegna calcio in una maniera differente rispetto al resto del mondo. In una partita ci sono tante micro-partite differenti. Questo mette in condizione i tecnici di cambiare diversi sistemi dentro lo stesso match, regalando a tutti un bagaglio che poi viene utilizzato nel migliore dei modi. Bisogna ammettere che in qualche occasione siamo persino esagerati. Le diagonali, le scalature, le coperture preventive… Poi però quando un giocatore va in qualsiasi altra parte del mondo è pronto a tutto e sa fare tutto".
Ranieri, i complimenti agli allenatori italiani
Non sono mancati i complimeti rivolti in maniera diretta a Pioli, Spalletti, Inzaghi, Ancelotti e Conte: "Sono un orgoglio da esportare.Tra l’altro, sia pure a livelli diversi, sono stati anche ex calciatori; quindi sanno bene anche cosa ci sia dall’altra parte della barricata. Hanno un patrimonio di conoscenze che non ha nulla da invidiare a quelle dei loro colleghi».