Sarà Nemanja Radonjic il sostituto di Brekalo per la trequarti del Torino di Ivan Juric. Esterno offensivo serbo classe 1996, che ama partire a sinistra per accentrarsi e calciare di destro, Radonjic arriva in prestito con obbligo di riscatto dall'Olympique Marsiglia, club che lo ha acquistato nel 2018 per circa dodici milioni di euro. Per Nemanja sarà un ritorno in Italia: dopo essere cresciuto tra Partizan (Serbia) e Academia Hagi (Romania), Radonjic fu preso dalla Roma nel 2014, scoperto da Sabatini. Nel settore giovanile giallorosso, però, non ha mai convinto al 100%. Neanche all'Empoli, che lo prese in prestito senza riuscire a valorizzarlo. Ecco il punto: Radonjic è un grande talento, ma fino a ora, il suo potenziale, lo ha espresso in poche occasioni, a causa della sua discontinuità. La concentrazione e le motivazioni quotidiane saranno il punto su cui Juric dovrà lavorare per poter avere in squadra un vero gioiellino.
Radonjic: una freccia per il Torino di Juric
In quattro anni a Marsiglia, le grandi attese su di lui riposte sono state contraccambiate in rare occasioni: Radonjic è un giocatore che fino a ora si è fatto vedere a folate. Quando le fa, comunque, è devastante: la tecnica è ottima, e quando parte in velocità sulla fascia diventa una vera minaccia per i difensori avversari. Pensate che nella stagione 2018/2019 è stato registrato come il terzo giocatore più veloce dell'edizione di Champions League, con uno scatto che ha raggiunto i 34.2 km/h. Meglio di lui solo Leroy Sané (34.4 km/h) e Virgil Van Dijk (34.5 km/h). Invece nella stagione 2020/2021, con l'OM, segnò un gol contro il Monaco tutto in velocità. Lancio dalla difesa, lui parte dalla linea di centrocampo e arriva in porta toccando i 37 km/h. Razzo. Diamo ora altri numeri: Radonjic ha segnato 8 gol in 63 partite con la maglia dell'OM. L'ultima esperienza, in prestito, l'ha vissuta al Benfica. Bilancio: un solo gol in sole 11 partite giocate. Radonjic è così: talento ancora inespresso al 100%. In Nazionale le cose vanno un po' meglio: è convocato e utilizzato quasi sempre (5 gol in 35 partite), ma la discontinuità con i club è un problema di cui si dovrà liberare per ambire a diventare un giocatore importante.
Dal tifo per la Stella Rossa al gesto per CR7: la personalità di Radonjic
Quando si parla di Radonjic non si può non presentarlo come un ragazzo dalla grande personalità. Pensate che Nemanja è cresciuto nel Partizan, ma ha sempre dichiarato e mai nascosto il suo tifo per la Stella Rossa. Un po' come se un tifoso della Roma dichiarasse il suo tifo sfegatato per la Lazio. Niente di male eh, ma immaginatevi le reazioni: “I miei tifano Stella Rossa, quindi la tifo anche io”, disse una volta. “Poi è chiaro, giocando nel Partizan ho iniziato ad amare anche questo club, però...”. Però niente contratto: quando il Partizan gli fa la proposta per passare professionista, lui rifiuta. Vuole la Stella Rossa, che lo chiamerà qualche anno dopo (estate 2017) per fargli avverare un sogno.
NR7 per CR7
Altro esempio di personalità: 14 novembre scorso. Estadio da Luz di Lisbona. Si gioca Portogallo-Serbia, ultimo match del girone di qualificazione ai Mondiali. Il Portogallo va in vantaggio (gol di Renato Sanches), la Serbia pareggia con Tadic e a tempo scaduto trova il gol vittoria con Mitrovic. Un gol che vale niente meno che l'accesso diretto a Qatar 2022, e che 'condanna' il Portogallo ai temibili playoff (poi vinti). Al fischio finale, tutti i giocatori della Serbia corrono e fanno festa per il grande traguardo raggiunto. Radonjic a un certo punto si gira verso il centro del campo e vede un giocatore del Portogallo seduto, triste, in lacrime. È Cristiano Ronaldo. Radonjic smette di festeggiare e va da lui. Gli stringe la mano, gli dà conforto: “CR7 è il mio idolo di sempre, gli ho detto di non buttarsi giù”. Bel gesto. 'NR7' – sua sigla - per CR7.
Nemanja Radonjic è questo. Sincero, diretto e forse poco convinto dei suoi mezzi. Un classico 'odi et amo', perché quando mette il turbo fa alzare in piedi il pubblico, ma quando non è in giornata lo fa arrabbiare. Sin dai tempi della Roma, si dice che uno dei motivi per la mancata esplosione del suo talento sia legato a uno stile di vita non troppo professionale fuori dal campo. Juric proverà a gestirlo anche sotto quell'aspetto, per renderlo un giocatore affidabile. Perché la 'materia prima' non manca di certo, ma va saputa sfruttare, toccando i tasti giusti nella testa del ragazzo. Nemanja Radonjic: luci e ombre. A intermittenza. Come in campo.