Ventidue anni di carriera da numero uno dei numeri uno, venti da padrone assoluto della porta azzurra: metà della vita di Gigi Buffon è un pezzo di storia del calcio mondiale di tutti i tempi. Metà appunto, perché il 28 gennaio le candeline nella torta saranno 40 e per Gigi, tra tanti sorrisi, ci sarà forse spazio anche per qualche lacrima, per una carriera leggendaria che sta per giungere a conclusione. Le ultime pagine dell'album dei ricordi potrebbero regalare le righe più belle, quelle della Champions, l'unico trofeo che manca alla bacheca personale del portierone di Carrara. I capitoli più belli? Quelli in Nazionale, dove i guantoni di Gigi hanno fermato qualsiasi pallone osasse infilarsi nel suo specchio di porta: ricordate ancora le emozioni di Germania-Italia? E quelle di Francia-Italia a Berlino? Chi le ricorda bene è Marco Amelia, vice storico di Gigi in azzurro, che in occasione dei 40 anni di Buffon regala un ritratto speciale del "numero uno dei numeri uno".
"Con Gigi è rimasto un rapporto di grande stima" - racconta Amelia ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Pur avendo vissuto entrambi nel calcio ai massimi livelli siamo sempre rimasti due persone semplici e coi piedi per terra. Essere sempre se stessi alla lunga fa la differenza. Lui "ingombrante" per gli altri portieri azzurri? (ride) Diciamo che "ingombrante" è un aggettivo che ha un'accezione negativa: di sicuro negli ultimi vent’anni in assenza di una presenza importante come la sua, io e tanti altri portieri avremmo sicuramente giocato di più. Però da innamorato di calcio e da italiano dico che è sempre meglio avere campioni come Buffon nella propria Nazionale. Poter lavorare fianco a fianco con lui mi ha migliorato molto soprattutto nell'approccio a un certo tipo di partite, grazie all'atteggiamento positivo che lo ha sempre contraddistinto".
Se stilassimo una speciale classifica dei portieri di tutti i tempi, dove piazzeresti Buffon? "Davanti a tutti. Non credo ci possa essere una risposta diversa da questa.Fuori dal campo e nella vita quotidiana non posso giudicarlo perché non abbiamo mai vissuto la quotidianità di una squadra di club, però nei momenti vissuti insieme in Nazionale si è sempre dimostrato un ragazzo molto tranquillo, amichevole e anche divertente. Anche questo lo colloca al top di questa speciale classifica. In più di 20 anni non si contano neanche tutte le sue parate più belle. Ma, da testimone oculare, credo che quella sul colpo di testa di Zidane nella finale di Berlino 2006 sia in assoluto una delle più importanti e decisive: di un altro pianeta".
Tasto dolente... Gigi probabilmente smetterà a fine anno: c'è un suo erede in giro? "Uno così nasce una volta ogni cento anni. Tutti si renderanno davvero conto della sua grandezza solo quando avrà smesso. Ma senza dubbio ci sarà qualcuno che prenderà il suo posto: ad oggi, per similitudine tra le due storie, Donnarumma può essere il principale candidato a raccogliere la pesante eredità di Gigi". Ci regali un ultimo episodio speciale dello spogliatoio azzurro di quel magico Mondiale 2006? "Di episodi ce ne sarebbero tanti, però forse uno prima della finale con la Francia al Mondiale 2006. Premetto che io non sono scaramantico, però raccolsi su quel prato una coccinella gliela misi tra i capelli dicendo ”Non si sa mai proviamole tutte...”. Alla fine direi che è andata bene!". Decisamente sì... e milioni di italiani non possono che ringraziare anche Amelia, vice perfetto del portiere più forte della storia del calcio.