Doveva essere un esame di maturità, invece è stato un thriller. Piange la Croazia, ride il Portogallo con Quaresma, al centodiciassettesimo. Scritto così, per rendere l'idea. Un thriller però che ha fatto palpitare il cuore solo per 15' minuti scarsi, dopo 105' di noia per chi guarda, di puro tatticismo per chi gioca. Nessun tiro in porta in 90' minuti, la prima partita che scrive questa sentenza sin dai tempi del Campionato del Mondo del 1966.
Il secondo tempo supplementare però è la summa di tutto quello che non è successo prima: e dopo un palo di Perisic, sulla ripartenza, segna il Portogallo. Renato Sanches, entrato al posto di uno spento Andre Gomes, corre e apre per Nani, che cicca il tiro. Tiro sbagliato però che si trasforma in assist per CR7. Non è finita qui però, perché Subasic fa il miracolo: è Quaresma però il più lesto di tutti a ribadire in gol. Mancano 2' e la Croazia fa in tempo a sfiorare il pari con una girata di Vida, propiziata da un calcio d'angolo ottenuto da una stella che brillerà e farà parlare molto di sé: Marko Pjaca. Non basta però: Rakitic spento, Modric non brillante, Mandzukic soltanto quantità. Sarà Ronaldo a sfidare la Polonia di Lewandowski.
Il fado, il destino portoghese, stasera non intona note malinconiche ma euforiche. Il Portogallo vince la prima partita della sua storia ai tempi supplementari ed è l'unica squadra che dal 1996 si è sempre qualificata ai quarti. E' tempo di prime volte da quelle parti, chissà che non si debba scrivere la prima volta più importante proprio nell'atto finale di questa competizione.