'Perde il pelo, ma non il vizio', sussurrano per le vie di Modena e provincia. Visto che il ‘Lupo’ di gol pesanti ne ha sempre segnati, nei professionisti e nei dilettanti. E allora è la storia che si ripete, al di là delle categorie: la palla in rete e Luppi che torna a fare 'il Pirata'. Un'esultanza che è diventata tutta sua, con la mano davanti all'occhio come fosse una benda, e quella corsa sotto la curva per prendersi l’applauso dei suoi tifosi.
'Parte della ciurma, parte della nave' è il motto stampato in testa e forse anche il titolo della sua vita, perché dimenticarsi di chi ti sosteneva quando giocavi nei dilettanti non è possibile per chi ha nel cuore le proprie radici, figuriamoci per chi ha il sangue bergamasco. Davide Luppi ha da raccontare una delle più belle favole del nostro calcio; dato che è facile scendere di categoria, ma molto complicato risalire. Dai professionisti all'inferno della Serie D, per poi tornare in B a due passi da casa con la maglia gialloblu. Proprio così: 'tornare'. Perché il 'Lupo', questo campionato, l’ha già vinto nella stagione 2012/13 a Sassuolo. Non da protagonista in campo, vero, ma da autentico uomo spogliatoio.
Con Eusebio Di Francesco non trova spazio, ma quella voglia di spaccare il mondo, Luppi se la porta nelle scarpette da quando ha cominciato a giocare a pallone. Tutta la trafila nelle giovanili del Bologna (con Borini ed Albertazzi), un anno nella Primavera di Paolo Mandelli a Sassuolo e poi tanta Lega Pro. Manfredonia, Viareggio e Portogruaro prima di tornare coi neroverdi. Nessuna presenza nell'anno della promozione e allora è giusto rilanciarsi in Serie D. Ma niente paura: per il calcio che conta è questione di tempo, non di numeri.
Una carriera passata a dover dimostrare che nel professionismo lui ci può stare, come se non fossero bastati più di trenta gol nella stagione quasi perfetta di Correggio. Sì, ‘quasi'. Perché l’epilogo amaro nello spareggio che vale un campionato con la Lucchese è una ferita che non si rimargina facilmente. Massimo Taibi lo porta a Modena, ma la prima parentesi con Novellino è da dimenticare. Sei mesi a Vercelli per convincere Hernan Crespo che si merita una seconda possibilità: colta e sfruttata, un po' in ritardo però. 7 gol ed un paio di assist nelle ultime 10 partite per far capire a tutti che la porta la vede sempre. 'Lupo' o ‘Pirata', chiamatelo come volete. Dai dilettanti ai professionisti, l'esultanza è sempre quella, il vizio del gol anche.
Tommaso Turci (@TommasoTurci)