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Data: 15/11/2016 -

Puyol: "Se avessi scelto di lasciare il Barcellona l'avrei fatto solo per il Milan"

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Seicento presenze con il Barcellona e cento con la Spagna gli hanno regalato qualsiasi tipo di titolo, eppure Carles Puyol ha lasciato con il magone. Non voleva smettere l'ex difensore blaugrana e l'astinenza da partita il primo anno si è fatta sentire:

"Ho dovuto chiudere col calcio per un grave problema a un ginocchio" - si legge nelle pagine dei ExtraTime - "Il primo anno è stata molto dura. Il Barça è la squadra che ho nel cuore. Per 19 anni è stata la mia casa. Tanti compagni sono, prima di tutto, grandi amici. Luis Enrique, Piqué, Iniesta, Xavi, Abidal. E dimentico qualcuno. Mi trovo spesso con loro a tanti eventi: è bello discutere insieme di calcio. Lasciare la Spagna? Non avrei avuto motivo: la mia squadra era vincente. Se avessi dovuto scegliere, però, sarei andato al Milan. Spero che i rossoneri tornino presto ad alto livello".

Allenatori più importanti? "Innanzitutto devo citare Van Gaal: con lui ho debuttato in prima squadra nel 1999. Gli sono sempre grato per questo. Guardiola? È il migliore tecnico al mondo, ha sfruttato al meglio le mie caratteristiche. Mi ha fatto migliorare tantissimo. Frank Rijkaard, invece, ha cambiato la mia mentalità. Ha messo a disposizione tutto ciò che sapeva e l’ha regalato alla squadra. Ho vinto grandi competizioni con lui: due volte la Liga e la Supercoppa di Spagna, e la Champions 2006. Del Bosque ha continuato al meglio il lavoro fatto dal suo predecessore portando la Spagna in vetta all’Europa e al mondo. Già Aragones aveva iniziato un percorso indispensabile per ottenere i successi arrivati in seguito".

Spagna e Barcellona, squadre vincenti: "Nazionale? Mi piace. È un progetto nuovo, con diversi giovani, alcuni già con esperienza internazionale, selezione di tanto talento. Per quanto riguarda il Barcellona, se c’è una squadra che può vincere tutto è prorpioil Barça. Nella Liga è indispensabile la regolarità. La Copa e la Champions richiedono qualcosa in più: basta una giornata storta per essere eliminati. Bisogna essere al top nel momento giusto. Luis Enrique? È come un fratello per me. Mi è dispia­ciuto non essere stato nelle condizioni fisiche di potergli dare un contributo personale. Fa muovere la squadra in modo armonico, ha attitudine vincente".

Juventus "cannibale" in Italia: "A Torino stanno lavorando molto bene. Sono di sicuro tra i favoriti per la vittoria della Champions. Hanno la mentalità italiana, quella per cui non è indispensabile giocare bene per vincere. In più applicano un bel calcio. Hanno un gene tipico tricolore che li rende competitivi. E una gran difesa. Con Buffon e quei tre davanti a lui una delle migliori d’Europa. Le partite contro le squadre italiane sono sempre difficili. Napoli? Non è facile perdere Higuain e rimanere ad alti livelli. Ma è un gruppo solido... e spagnolo con Callejon, Albiol e Reina".

Su Balotelli: "Mario ha iniziato la stagione nella maniera migliore. Deve solo restare disciplinato e impegnarsi in modo intelligente, ha le qualità per tornare al top". E Messi... "Col pallone fa ciò che nessun altro è in grado di fare. Sono 10 anni che gioca a livelli incredibili. Io sono convinto che sia il miglior della storia del calcio. Ronaldo? Entrambi hanno la giusta mentalità, un’inguaribile passione, una grinta al di sopra della media. Sì, arriveranno altri più giovani a contendere il loro trono ma saranno protagonisti ancora per diversi anni".

In chiusura d'intervista Puyol parla del mostruoso tridente del Barça: "Messi, Suarez e Neymar si intendono a meraviglia. Difficile per qualsiasi club affrontare tre giocatori di questo calibro".



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