Un italiano a Parigi. E' il titolo perfetto per Marco Verratti. Trapiantato da Pescara a Parigi nel 2012, il centrocampista si è preso le chiavi del gioco del PSG e ora non ha nessuna intenzione di lasciarle. Le sirene non mancano ma la capitale francese ha stregato il classe '92.
"Nella semifinale tra Marsiglia e Sochaux - ammette a RMC - tifavo per i primi perché volevo la finale contro una buona squadra. Qui questa gara è molto sentita, vogliamo vincere per i nostri tifosi ma sarà dura. E' il nostro ultimo obiettivo. Purtroppo siamo usciti dalla Champions ma in Francia abbiamo vinto tutto. Dicono che sia facile ma non è assolutamente vero. Siamo stati sereni e professionali quest'anno, dominando il campionato. Ma non è stato certo facile". La Champions non gli esce dalla testa: "Spero di vincerla, è il mio obiettivo anche perché in Francia abbiamo vinto già tutto. Questo sarà il nostro scopo nei prossimi anni".
Impossibile non parlare di Ibrahimovic: "Gli dico sempre di restare qui, se la vedrà con il club. Tutti noi vogliamo che resti perché non vedo qualcuno più forte di lui. Comunque deciderà al più presto. Io con poca personalità? Non mi è mai piaciuto essere un capitano. Per me la differenza si fa in campo, questo però non vuol dire non avere personalità". Chiusura sul suo futuro: "Oggi non voglio cambiare squadra perché sto veramente bene. Ovviamente ci sono tante altre squadre forti ma il PSG può crescere ancora. Gioco già in un grande team e una grande città, potrei restare a Parigi tutta la carriera. Qui poi le persone sono rispettose, se qualcuno mi chiede una foto la concedo con piacere. In Italia invece è più difficile uscire di casa. All'inizio non mi trovavo bene con la città anche perché le persone sono più fredde rispetto all'Italia. Ora però sto bene, poi mio figlio è nato qui".