Ventidue anni e qualche mese dopo un altro Weah gioca con la maglia del Psg sulle spalle. Si tratta del piccolo di casa, Timothy. C'è spazio anche per lui, infatti, nel 2 a 0 con cui la squadra di Emery ha espugnato il campo del Troyes. Non possono essere i tre punti la notizia di giornata per i parigini. Anche se si tratta della numero 24 in 28 partite giocate, anche se arrivata nonostante l'assenza di Neymar. Reti di Di Maria e Nkunku, che valgono il più quattordici sul Monaco secondo in classifica. A undici dalla fine, al 79esimo, ecco il cambio: fuori Lo Celso e dentro questo ragazzone alto quasi un metro e novanta, con la faccia pulita e la fame di un giovane talento. Era il 31 maggio del 1995 quando papà George usciva per l'ultima volta dal Parco dei Principi, al termine di un 2 a 2 agguantato in rimonta contro il Le Havre. La sua avventura a Parigi si chiudeva dopo con 47 gol in 122 partite disputate. Tre stagioni abbellite da due Coppe di Francia, due titoli e una Coppa di Lega. Il Milan ad attenderlo, con i rossoneri che se lo gusteranno fino al 2000. Adesso fa il politico e ha il duro compito di risollevare la sua Liberia in qualità di Presidente. Suo figlio, intanto, prova a ripercorrerne le orme. Nato a New York, è lì che muove i primi passi, anche da un punto di visto calcistico. Poi il provino superato con il Chelsea, ma la scelta di andare a Parigi, come papà. E' il cuore che lo comanda, anche in campo. Velocità, fiuto del gol e qualità che, a detta del padre, sono incredibili. Ala sinistra il ruolo naturale, ma può giocare anche a destra o punta. Ieri la prima convocazione con i grandi, dopo i quattro gol con la Primavera nelle undici presenze in Youth League. Oggi l'esordio e i brividi. Chissà come avrà commentato George, a chilometri e chilometri di distanza. Probabilmente davanti ad un televisione nel suo studio, fra una carta e l'altra. 31 maggio 1995-3 marzo 2018: un altro Weah pronto ad illuminare il mondo
Data: 03/03/2018 -