“Sarebbe stato più giusto far retrocedere le società non in regola con i pagamenti, piuttosto che penalizzare club virtuosi ancora in corsa per la salvezza”. La proposta del consiglio direttivo della Serie D di retrocedere in Eccellenza le ultime quattro in classifica di ogni girone, ha scatenato la dura reazione dei calciatori.
Ventisette capitani si sono riuniti in una sorta di comitato spontaneo, su iniziativa del capitano dell’Anagni Francesco Cardinali: “Era giusto che parlassimo anche noi”, spiega a gianlucadimarzio.com: “i calciatori in queste situazioni sono sempre l’ultima ruota del carro. Spero che questa iniziativa serva a qualcosa. La mia società ha saldato tutti i rimborsi, ma ci sono club tra quelli che resteranno in Serie D che non pagano nulla da sei o sette mesi. Queste società dovrebbero sparire dal calcio, altro che salvezza. Alcuni miei colleghi stanno mantenendo le famiglie grazie ai 600 euro stanziati dal Governo e i presidenti se ne lavano le mani”.
“ABBIAMO SCRITTO UNA LETTERA AGLI ORGANI FEDERALI”
E così dopo le azioni legali contro Figc e Lnd annunciate dai presidenti, ecco la lettera dei calciatori: “Non si può retrocedere per colpa di una pandemia”, scrivono rivolgendosi agli organi federali, “crediamo non sia giusto promuovere le migliori seconde dell’Eccellenza e far retrocedere le ultime quattro della Serie D e non ne facciamo una distinzione economica, sappiamo degli innumerevoli sforzi che anche i presidenti di società appartenenti alla seconda categoria dilettantistica compiono ogni anno. La verità, però, è che in condizioni normali, anche facendo i playoff non si viene automaticamente promossi, e ad avere diritto al passaggio in Serie D sono solamente le prime di ogni girone”.
“NEL NOSTRO CURRICULUM RISULTERA’ UNA RETROCESSIONE FALSA”
“Riteniamo ingiusto, inoltre, che siano le società che sono in netto ritardo con i pagamenti a mantenere la categoria”, si legge ancora nella lettera, “la decisione presa dalla Lega Nazionale Dilettanti, in aggiunta ad una situazione già precaria per l'emergenza sanitaria in corso, mette in seria difficoltà molti ragazzi, atleti, ma ancor prima padri di famiglia. Ci domandiamo, infine, perchè noi calciatori dovremmo avere, all'interno del nostro curriculum, una retrocessione non arrivata sul campo e perché dovremmo rischiare, in questo modo, di condizionare la nostra carriera. Chiediamo, quindi, che venga rivista la decisione di far retrocedere a tavolino le ultime quattro in classifica, e che venga valutato l’impegno delle società a mantenere gli accordi economici rispetto a chi, evidentemente, non lo ha fatto”
di Fabrizio Caianiello