Secondo quanto rivelato dalla testata olandese Nieuwsuur, Quincy Promes avrebbe confessato alla sua famiglia di aver accoltellato il cugino. Il calciatore dello Spartak Mosca lo avrebbe fatto tramite delle telefonate, mentre non sapeva di essere intercettato dalla polizia olandese.
La vicenda
I fatti risalgono a una festa di famiglia avvenuta nel luglio 2020 ad Abcoude, cittadina vicina a Utrecht, nel periodo in cui Promes vestiva la maglia dell'Ajax. Dopo le indagini della polizia, conclusesi a maggio 2021, l'olandese venne arrestato e passò due notti in carcere, con le accuse di tentato omicidio.
Le intercettazioni
Secondo quanto raccolto da Nieuwsuur, che ha avuto accesso al fascicolo penale del caso, nella trascrizione delle chiamate ai familiari, risalenti alla notte successiva al presunto accoltellamento, emergerebbe la confessione ai parenti dell'accoltellamento. Nella conversazione con la zia: "Nessuno ci verrà a prendere. Non ho potuto resistere. Scusa zia, perdonami". Nella chiamata alla madre avrebbe invece chiesto il punto in cui ha colpito la vittima, e dopo aver saputo di aver pugnalato la gamba avrebbe detto: "È stato fortunato", in riferimento al cugino. Infine, nella conversazione con il padre avrebbe detto: "Siete fortunati che non giro più con un'arma da fuoco, altrimenti quel coso sarebbe finito pure peggio".
Il procedimento penale può iniziare il 31 marzo
L'avvocato del cugino, Yehudi Moszkowicz, ha inoltre detto a Nieuwsuur: "Le conversazioni intercettate non lasciano nulla all'immaginazione. Sono confessioni di Promes senza che lui sappia di essere registrato. Lo dice a suo padre, a sua madre e a una zia". Il pubblico ministero starebbe procedendo con l'aggravamento delle accuse: Promes rischia una condanna più pesante, perché il tentato omicidio sarebbe premeditato. Ciò permette di accelerare le tempistiche del processo, che potrebbe iniziare il 31 marzo. Come spiega la testata olandese AD, l'aggiunta di accuse non significa che il Pubblico Ministero veda prove sufficienti per il tentato omicidio. La posizione definitiva si conoscerà solo durante l'udienza.