Due obiettivi in mente. Chiari, chiarissimi: prima la salvezza, poi il Mondiale. Con tutta probabilità per raggiungere il secondo bisognerà passare obbligatoriamente dal primo. Lo sa bene Mariusz Stepinski e domenica lo ha dimostrato: grazie al suo gol contro il Crotone ha riacceso improvvisamente le speranze salvezza del Chievo. “Ho un sogno: salvare il Chievo e andare al Mondiale con la Polonia. Spero di riuscire in entrambe”, parole del diretto interessato. La Russia, dunque, il sogno: "So che sarà difficile. So che devo fare tanti gol e forse così potrò essere convocato". Personalità vera, forte. Soprattutto considerando che non sarà proprio semplicissimo rubare il posto ad un certo Robert Lewandowski. Bel caratterino, questo Stepinski. Arrivato sotto traccia in estate tramite un prestito dal Nantes, sta dimostrando tutte le proprie qualità con un finale di stagione in crescendo. 5 gol in Serie A nonostante un ruolo spesso da comprimario. Ed un’esultanza ad hoc già studiata con la mano al volto e l’occhio destro a sbucare tra il medio e l’anulare: se dovesse continuare così siamo sicuri che diventerà un must per i più giovani. Ma soprattutto il Chievo non ci penserà due volte prima di versare nelle casse dei francesi i 2 milioni e mezzo necessari per il riscatto. Col benestare del classe ’95, che a Verona si è ambientato alla grandissima. “Io voglio restare e con la squadra salda in A”. Sta imparando molto velocemente anche la lingua. Frequenta infatti lezioni private in centro città due volte a settimana con l’obiettivo di arrivare a parlare l’italiano in modo fluente più presto possibile. Pura formalità per chi di lingue ne ha già imparate 5. Giramondo, nonostante la giovane età: dopo gli esordi nel 2011 col Widzew Łódź, quando attirò le attenzioni addirittura del Chelsea, si trasferì in Germania al Norimberga senza troppa fortuna prima di far ritorno in patria prima al Wisla Cracovia e, successivamente, al Ruch Chorzów dove esplose segnando ben 15 reti. Fu così che il Nantes nel 2016 si decise a portarlo in Francia, dove per un breve periodo ha incrociato Claudio Ranieri. 22 anni e già 6 maglie vestite. E pensare che “ho iniziato tardi a giocare in un club vero e proprio”. Il calcio per lui era puro divertimento, niente più. Da piccolo trascorreva le giornate insieme al fratello maggiore nel cortile di casa a calciare il pallone, col papà pronto a dar loro consigli. “Da ragazzo poi nelle competizioni scolastiche segnavo sempre un sacco di gol ma non ero tesserato per nessun club. Sono stato incoraggiato dall'allenatore Kuciński ad iniziare gli allenamenti nell'hub di Piaślka, nonostante fossi riluttante”. Tranquilli: non se ne pentì. Anzi, ebbe addirittura qualche rimpianto. “Se avessi iniziato ad allenarmi seriamente a partire ad esempio dai 6 anni, la mia coordinazione motoria sarebbe migliore e potrei esprimermi ancora meglio sul campo”. Ringraziano i tifosi del Chievo: se davvero Stepinski avesse ragione, forse a quest’ora sarebbe già in una big. La realtà invece dice che è a Verona con l’obiettivo di trascinare la squadra di D’Anna alla salvezza. L’unico, vero passe-partout verso una convocazione con la sua Polonia a Russia 2018.
Data: 08/05/2018 -