Ieri l’annuncio della mancato ritorno in campo a inizio maggio causa emergenza Coronavirus, oltre all’accordo – raggiunto tra tutti i 20 club di Premier League – di chiedere ai giocatori il taglio del 30% degli stipendi. Una richiesta quest’ultima che non ha ancora ottenuto l’approvazione da parte dei calciatori, che hanno sollevato alcuni interrogativi.
I calciatori, come si legge in un comunicato ufficiale, si interrogano infatti se l’eventuale taglio del 30% dei loro salari non vada a incidere sulle entrate per la sanità pubblica nazionale. “La detrazione salariale proposta del 30% su un periodo di 12 mesi equivale a oltre 500 milioni di sterline in riduzioni salariali e una perdita di contributi fiscali di oltre 200 milioni di sterline al governo. Che effetto avranno queste mancate entrate per il governo per il servizio sanitario nazionale?”, si legge nella nota, che aggiunge: "Bisogna trovare nuove entrate anche per la EFL e i club della National League. I 125milioni di sterline potrebbero non bastare".
Altro punto molto importante: i giocatori chiedono infatti che venga garantito il 100% degli stipendi a tutti i dipendenti dei club. I calciatori del campionato inglese sottolineano inoltre come i 20 milioni di sterline destinati dalla Premier League a enti benefici e famiglie in difficoltà devono aumentare e, in questo senso, i capitani delle squadre si stanno muovendo per creare un fondo. Le trattative, comunque, proseguiranno alla ricerca di un accordo che accontenti tutte le parti in causa.