Dalla Nazionale agli Emirati Arabi, alla scoperta di una cultura completamente diversa dalla nostra: Cesare Prandelli è l’allenatore dell’Al-Nasr e, da quando ha iniziato l’esperienza negli Emirati, ha dovuto ridimensionare alcuni aspetti del suo calcio: “Qui l’intervallo dura la metà rispetto ai quindici minuti che ci concediamo in Europa. E, anziché, dare indicazioni ai miei, ormai mi sono abituato a lasciare che preghino”, ha spiegato l’ex c.t. ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Qui i calciatori non giocano a calcio per diventare ricchi, lo sono già. Serve cercare nuovi stimoli per invogliarli a dare sempre il massimo”. Storie che, in Italia, non siamo abituati ad ascoltare. Tra le tante squadre allenate da Prandelli in passato, c’è anche la Nazionale italiana: “Reazioni all’eliminazione? Qui la gente mi abbracciava e mi chiedeva come fosse potuto accadere. Ma ormai è successo, serve voltare pagina. E, perché lo si faccia nel migliore dei modi, faccio due nomi: Tommasi e Albertini”
L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport