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Data: 28/03/2018 -

Post infortuni, ecco perché ci sono così tante ricadute: dalla responsabilità ai tempi di recupero

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Già, c’è dell’altro. E non di poco conto. Di mezzo, infatti, a rischiare di rovinare gli step del recupero, c’è l’ormai proverbiale pressione. Un fattore da annullare quando si parla della salute di un atleta. Parola di Paolo Terziotti: “Sì, la pressione è una delle cause principali delle ricadute nei calciatori post infortunio. Infatti, in particolare nei grandi club, c’è la smaniosa voglia di recuperare il giocatore il più in fretta possibile. Bruciando le tappe. In questo caso, se non si ha la pazienza sufficiente, e se lo staff medico non si coordina col preparatore, le ricadute sono inevitabili. Questo o per mancanza di procedure chiare sul ritorno al campo, o appunto per la pressione nell'affrettare il rientro. La pressione dell’ambiente, spesso, porta solo ad una ricaduta. Un atleta che è stato fermo deve essere reintegrato in maniera naturale. In particolare, il preparatore atletico non dovrà cedere alla pressione dell’allenatore e della società. Che come detto sono due fattori costanti ma allo stesso tempo deleteri. L’allenatore fa sempre pressione, una pressione ovviamente direttamente proporzionale all’importanza del giocatore. Dettata da soldi, competizioni e tutte le variabili note in questo sport. Qui, però, c’è di mezzo la salute e il futuro del calciatore stesso. Il preparatore deve essere duro con l’allenatore. Preciso. Sovrapporre i ruoli è un pericolo troppo grande”.

Continua Terziotti: “Io, se un giocatore non è tornato nei suoi precedenti parametri muscolari, non lo faccio lavorare nel gruppo. Ma qui è il fisioterapista che è il responsabile, colui che può affermare “sì, adesso il ragazzo può tornare a correre”. Solo a quel punto il preparatore atletico riprende il suo lavoro: tra prevenzione e collaborazione con lo staff medico della squadra. Quando ci sono degli infortuni gravi, come detto, deve per forza esserci una batteria di test per definire la nuova condizione del giocatore. Il lavoro, ovviamente, andrebbe svolto in sinergia a priori tra i vari staff: medico, atletico e tecnico. Poi, quando il giocatore è tornato nei suoi parametri precedenti all’infortunio, allora può intraprendere col preparatore atletico un percorso di ricondizionamento e di nuovo adattamento cardiovascolare. Oltre ai test aerobici e di potenza anaerobica, per testare il suo livello di forma, personalmente ho messo a punto anche una serie di test funzionali sul campo. Superati questi test il giocatore puo' essere aggregato al gruppo. E se il giocatore sarà completamente recuperato, allora potrà tornare col resto della squadra.



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Tags: Serie A



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