La stagione dei cicloni è all’apice. Pericolo uragani, l’allarme
rosso scatta ancora in Premier League: allerta Kane. Anzi, ‘TheHurriKane’. Ultima vittima? L’Everton. Spazzato via, basta una mezzora.
‘One man show’, doppietta easy. Perché dopo il Chelsea, ci sono gli
Spurs: un bel diversivo dopo il dominio Blues. E intanto è ancora
tempesta a White Hart Lane. Di solito ai fenomeni atmosferici si danno nomi
femminili. Qui, invece, è tutta un’altra musica: Harry. Maschio vero. Duro, rapace, bello e da record. Sì, di mezzo
ci sono i gol. In ogni modo, ad ogni età. Tappe bruciate. E numeri: 62 esultanze nelle sue prime 99 partite di Premier League. Più veloce di ogni altro bomber. ‘Simply the
best’. E non ce ne voglia George.
Ma la contabilità si aggiorna. Impazza. L’uragano,
in Premier, è passato per 68 volte su 108 partite. Ambiente perfetto.
Soprattutto in casa sua. Perché quest’anno, a White Hart Lane, Kane ha segnato
14 volte. Mai nessuno come lui nella storia degli Spurs in una singola stagione.
Sempre più capocannoniere. Supremazia assoluta di fronte anche al collega
Lukaku. Il Tottenham oggi vince 3-2. Harry più Dele Alli: che intesa. E che
esultanze. Il secondo sigillo del centravanti inglese è qualcosa di
meraviglioso. Slalom a rientrare e destro violento in rete. L’amico Dele gli si
avvicina, via con il ‘fist bump’. Tipico saluto del mondo Hip Hop: intreccio di
mani e via. Saluto tamarro? No, show. Ah, dettaglio: quest’anno Harry è
diventato papà: baby daughter. Già, l’esperienza sembra avergli fatto bene. Notti insonne?
Non si direbbe. Standing
ovation, solito e meraviglioso coro che si alza: ‘Harry Kane,
he’s one of our own’. Da paura. 19 centri totali in campionato. ‘Non leggo mai
quello che i tabloid scrivono’. Dritto al sodo,
Kane. Imperturbabile. Con in testa l’idolo Teddy Sheringam. Anche in cameretta, ‘poster sull’armadio’. Il suo modello, uno dal cuore Spurs. ‘Perché un giorno
sarò come lui’, sognava Harry da bambino. Tranquillo, 'la strada è
quella giusta'. Lo è sempre stata.
Sin dalla nascita, 28 luglio 1993. Tanto calcio,
ma non solo. "Tifo New England Patriots". Football americano, già. Ma soprattutto pallone. Quello da
parare. Sì, ‘era
un piccolo portiere’. Di guardia nella porta dell’Arsenal. Altra storia, quella. Ma non era il suo destino: ammette
Alex Welsh, osservatore che lo portò in Gunners. Ad otto anni, per una sola
stagione. ‘Ah,
e perché lo scartarono?’. Il commento di
un incredulo Wenger quando apprese il retroscena. Perché c’è chi sbaglia e chi
ci azzecca: sì, Spurs. Dal 2004, tra settore giovanile e prestiti. Gavetta
vera, in up and down. Dal ricco nord di Londra alla working class. Terza
divisione, ‘antipasto di professionismo’. Championship e poi Premier: col Norwich City e un metatarso rotto dopo due
giornate. Su e giù, ancora in Championship:Leicester. ‘Esperienze vere. Tra vita e convivenza in panchina’. Roba
che lo ha aiutato ad esplodere, dal 2013 ad oggi.
Perché Kane è l’uomo simbolo della maxi striscia
degli Spurs. Sei vittorie consecutive in Premier: ‘here we go’, Blues. Grazie ad un repertorio ricchissimo. E ora il
desiderio del Tottenham diventa sempre più grande. Già, ‘Desire’: come l’album
di Bob Dylan datato 1976. Perché al tempo ‘Hurricane’ era solo una canzone. Un
pezzo folk. Adesso, invece, l’uragano è una furia. E la stagione dei cicloni è
appena cominciata.
Data: 05/03/2017 -