Das Wunder, con la 'W' maiuscola. Se pensate a un miracolo in salsa tedesca, non potete tornare con la mente a quel 1992/93. Pochi anni dopo sarebbe arrivato lo Schale del Kaiserslautern, vinto da neo promossa, così come l'incredibile primo posto del Werder Brema in Bundesliga; nel 1993, però, accadde qualcosa di ancora più inspiegabile. Di per sé, il fatto che l'Hertha quell'anno arrivò in Finale di Pokal, la Coppa di Germania, non fu uno choc così clamoroso. Per la seconda volta nella loro storia si giocavano un titolo così importante, contro il Bayer Leverkusen. In campo, però, non c'era chi ci si sarebbe aspettati di vedere.
La prima squadra della Capitale, infatti, già era stata eliminata dal Bayer Leverkusen al quarto turno di Coppa: 1-0 all'Olympiastadion e addio sogni di gloria. A giocarsi quella Coppa, per una serie di fortunati e clamorosi casi, rimaneva invece la seconda squadra del club berlinese, contraddistinta da un '(A)' vicino al proprio nome, segno di riconoscimento per Amateure. Dei dilettanti, ragazzi tra i 18 e i 23 anni che si ritrovarono catapultati una realtà fuori da ogni aspettativa, arrivati fin lì grazie alla vittoria nella Coppa del circondario di Berlino. Battuto al secondo turno l'Heidelberg, poi ancora il Leipzig e l'Hannover. Storica la semifinale contro il Norimberga, finita con un 2-1 che li catapultò verso la Finale.
Ad attenderli c'era il Bayer Leverkusen, che in quella notte di 23 anni fa riuscì poi a vincere 1-0, grazie al gol di uno che ha segnato la storia del calcio tedesco, Ulf Kirsten. Un risultato passato però in secondo piano, perchè l'impresa degli Hertha-Bubis (così erano chiamati i giovanissimi del club berlinese) si guadagnò tutte le prime pagine. Alla fine, solo due di quei ragazzi riuscirono a sfondare in prima squadra. Un terzo, Carsten Ramelow, diventò uno dei simboli proprio del Leverkusen e vice campione del mondo con la Germania. Das Wunder, il miracolo di Berlino.