Paul Pogba è in buona compagnia. In queste ore molto si sta parlando dei continui ‘bisticci’ tra il centrocampista e il suo allenatore al Manchester United, José Mourinho. Un rapporto che non è mai stato idilliaco e che ha così finito per inserire il campione del mondo francese nella sempre più ricca lista dei ‘nemici’ dello Speciale One. Non solo allenatori e calciatori avversari (oltre ai vari dirigenti, giornalisti e personaggi non proprio amati dal portoghese nella sua carriera), in più occasioni Mou se l’è presa anche con i calciatori della propria squadra, proprio mentre li allenava.
Non si può andare d’accordo con tutti, è vero, ma in numerose occasioni l’astio del portoghese nei confronti di alcuni elementi della sua rosa ha fatto davvero discutere. Come dimenticare i diverbi - accesissimi - con Iker Casillas ai tempi del Real Madrid? L’esempio probabilmente più chiaro ed evidente di una battaglia portata avanti, e vinta, dal portoghese che accusava il numero uno del club Blanco di essere una talpa e troppo amico dei rivali del Barcellona.
Casillas aveva infatti chiamato il capitano blaugrana Xavi per mettere fine alle ostilità, soprattutto in vista dei rapporti che i due dovevano mantenere anche in nazionale. Questo fu sufficiente perché l’allenatore lo vedesse come un traditore e finisse per escluderlo prima della lista dei titolari e poi, progressivamente, ad allontanarlo sempre più dalle dinamiche della squadra. Una serie di episodi che di fatto mise fine alla storia di Casillas con il Real Madrid, con il portiere che dopo la gestione Ancelotti si trasferì al Porto. Ma ai tempi del suo avventura in Liga gli scontri ci furono anche con altri giocatori, su tutti Sergio Ramos e Pepe - entrati in rotta di collisione con il portoghese soprattutto nella terza stagione Real Madrid (che finì infatti per degenerare).
Il ‘fatto scatenante’ era proprio trattamento riservato a Casillas da parte di Mourinho tanto che i due capitani, dopo aver manifestato pubblicamente il malcontento, finirono per andare dal presidente Florentino Perez chiedendogli di fare una scelta tra loro e l’allenatore. Nemmeno al Chelsea tutto riuscì a filare liscio, dopo il suo ritorno in Premier League alla guida dei Blues l’allenatore Inizio ad escludere Juan Mata, che dopo essere finito ai margini della rosa - perché i suoi ritmi e il suo modo di giocare non piacevano all’allenatore - venne venduto al Manchester United per 40 milioni di sterline; proprio ai Red Davils, poco tempo dopo Mata ritrovò proprio il portoghese e ad oggi le cose per lui non sono migliorate molto: pochi minuti a disposizione e pochissimi in quello che sarebbe il suo ruolo naturale con risultati non sempre soddisfacenti.
Chiedere poi a Kevin de Bruyne cosa significhi non incontrare le simpatie di Mou: il belga non è mai riuscito a imporsi nel Chelsea allenato dello Special One, così il club londinese scelse di venderlo perché “era isolato, non pronto a giocare, un ragazzino sconvolto che si allenava molto male” a detta di Mourinho che poi aggiunse: “Se un giocatore bussa alla tua porta e piange ogni giorno perché vuole andarsene il club deve prendere una decisione”. A Manchester, prima di Pogba, anche per Luke Shaw arrivò il momento dello scontro.
Il difensore inglese più volte è stato accusato di essere poco in forma e di non avere il giusto atteggiamento mentale. Nel 2017, dopo una buona partita con l’Everton, Mourinho volle sottolineare alcune cose: “Luke ha giocato bene ma il suo corpo era guidato dal mio cervello perché era di fronte a me ed ero io che prendevo ogni decisione per lui”. La ‘cura Mourinho’ in questo caso ha però funzionato perché dopo essere stato in più occasioni vicino alla cessione, il calciatore ha dimostrato di poter lavorare duramente per conquistarsi un posto da titolare nei Red Devils, che oggi difficilmente viene messo in discussione. Una carriera che ha avuto un turning point positivo, a differenza di altre che sono cambiate e non sempre verso la direzione migliore per quelle che in Inghilterra oggi chiamano “le vittime di Mou”.
E nella prima esperienza al Chelsea anche Mutu dimostrò di avere poco feeling con il portoghese che in più occasioni etichettò come “falso”; da Diego Costa a Pedro Leon e non solo, negli ultimi anni in più occasioni Mourinho ha mirato all’interno del suo gruppo per lanciare messaggi alla sua squadra e a tutti (come dimenticare persino il duello con Eva Carneiro, la dottoressa che alla fine lasciò il Chelsea dichiarando guerra all’allenatore). Pogba l’ultimo esempio di una lista di nemici che fanno rumore anche all’interno della squadra guidata dal portoghese.