“Abbandona le grandi strade, prendi i sentieri”, diceva Pitagora. Sentieri fatti di sacrificio, abnegazione e della capacità di non ragionare più come singolo, ma come gruppo. È questa l’anima di Inzaghi, ed è questa l’anima del suo Pisa: undici punti totali, vetta solitaria della classifica, tre punti di distacco sulla seconda e una striscia di 5 risultati utili consecutivi con tre vittorie all’attivo. Così bene il Pisa non partiva dalla stagione 2021-2022, in cui mancò la Serie A soltanto in finale dei play-off contro il Monza di Giovanni Stroppa.
E in un pomeriggio infinito sotto il sole cocente dell’Arechi, in un match che sembrava destinato a non iniziare mai, il Pisa di Filippo Inzaghi torna di nuovo a volare alto. Centoventi secondi. È il tempo che basta ai nerazzurri per passare in vantaggio grazie a Giovanni e Nicholas Bonfanti, autore poi di una doppietta allo scadere di un primo tempo in cui i granata sembravano avere il totale controllo del gioco. Poi l’eurogol di Tramoni e il gruppo, capace di reggere ai tentativi di ripresa degli avversari durante tutta la seconda parte di gara. Se prima i nerazzurri ci speravano, oggi ci credono. E lo fanno percorrendo gli stessi sentieri che li hanno guidati anche nei momenti più bui.
Scritto nel destino
C’è tanto di Inzaghi nel trionfo del Pisa all’Arechi - dove fino ad allora la Salernitana era ancora imbattuta -, così come c’è tanto di Inzaghi nella conquista della vetta dei nerazzurri. E in questa vetta, infondo, è ben riconoscibile anche la mano del destino.
Proprio sul campo dell’Arechi, Filippo Inzaghi aveva avuto la sua ultima esperienza come allenatore, conclusa con un esonero e la Salernitana ultima in campionato. Ora quel campo torna a calcarlo, ma ne esce dal vertice opposto della classifica.