Due ore di incontro, a Roma. Il Pisa ed il suo futuro sul tavolo, seduti intorno c’erano Claudio Anellucci, il manager incaricato dalla società di gestire la situazione, Gennaro Gattuso e Lorenzo Petroni, figlio del proprietario (e presidente) Fabio (fermo agli arresti domiciliari). Un lungo faccia e faccia nel tardo pomeriggio, dove a parlare è stato più Ringhio che la proprietà. Una richiesta dietro l’altra, dopo un’estate surreale ed un inizio di campionato da sogno sul campo, ma difficilissimo fuori. Per tanti aspetti. Ci sono due giocatori, Lazzari e Mudingayi, che attendono di essere tesserati da settimane, da quando Gattuso è tornato sulla panchina del Pisa. Ci sono anche dipendenti del club che da aprile attendono di riscuotere gli stipendi. C’è poi una squadra che quotidianamente deve affrontare le difficoltà più banali. Birilli, palloni, casacche: manca tutto, o quasi, il materiale da allenamento. Uno stadio da mettere a norma e garanzie societarie che fin qui sono state troppo deboli.
Se ne è parlato tanto nell’incontro di oggi pomeriggio, e la proprietà ha dato le sue risposte: in settimana le parte si rivedranno, ma i primi segnali sono arrivati. Verrà presentato un serio piano di rientro, a partire dai dipendenti che aspettano i soldi da mesi. E poi i lavori allo stadio per riaprire l’Arena Garibaldi: c’è un accordo con NGM che metterà a posto alcuni aspetti, filtra ottimismo insomma. Passo dopo passo, la proprietà vuole rimettere il club in linea. E i tesseramenti di Mudingayi e Lazzari dovrebbero presto essere perfezionati con l’ok del presidente Petroni. Un Pisa che prova a ripartire, da Roma. Sperando che questa volta, alle parole, seguano anche i fatti.