“Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Che poi si sa, per certe persone la ‘manifestazione del consenso’ verso la propria squadra vale addirittura di più di quella recitata sull’altare. Un matrimonio indissolubile tra la propria fede e la maglia dai colori amati, l’unica in grado di alterare, nel bene o nel male, il proprio stato d’animo, a seconda di un risultato.
Potere del calcio, con la squadra del cuore addirittura capace di estraniare, anche solo per la durata di 90’, il pensiero della malattia. Il signor Piet Adriaan è un esempio lampante di tutto ciò: dopo 52 anni trascorsi al servizio del suo amato PSV come steward al ‘Philips Stadion’, si ritrova ora gravemente malato all’età di 88 anni, ma di voltare le spalle alla squadra di Eindhoven non ci pensa proprio. Amore incondizionato: una vittoria del suo PSV vale mille volte il sollievo donato per un attimo da qualsiasi cura o medicina. Per non parlare della lontananza dal proprio stadio: uno strazio senza eguali. Così, per mettere fine a questa ‘tortura’ e soddisfare il desiderio del signor Adriaan, lo scorso weekend i tifosi ‘boeren’ si sono organizzati per portarlo, su una barella, a vedere la partita con loro. Giunto allo stadio poi, è stato prontamente circondato e simbolicamente abbracciato dall’affetto e dagli applausi di tutti i presenti. Emozioni vere, passione pura. Una bella storia di amore e fedeltà, che sta a simboleggiare quanto il calcio possa non essere solo un semplice gioco, ma una vera e propria ragione di vita. A cura di Alberto TrovamalaData: 14/03/2016 -