E' lungo l'abbraccio tra Petkovic e Nizzetto. Quasi teatrale. Per loro il tempo sembra essersi fermato. Bruno, servito da Luca, ha realizzato la sua quarta rete stagionale. “L'ho abbracciato perchè me lo sentivo. Era giusto, volevo ringraziarlo”. Sguardo furbo ma rispettoso. Petkovic parla un ottimo italiano, anche senza l'utilizzo degli articoli. Contagioso. Forse non gli verrà sempre la parola giusta, ma si fa capire, ha un viso che fa intendere emozioni e volontà. “Un ragazzo freddo”, dicono di lui. “Non sa esternare le sue emozioni”, aggiungono. Perchè lo dicono? Magari perchè non ha saputo entusiasmarsi troppo per le sue prime due reti in maglia granata, arrivate su calcio di rigore contro il Modena. “Al primo gol ho subito pensato che dovevamo farne un altro, e quando l'ho fatto, non riuscivo a pensare a niente, ma ero felice”. In occasione della terza rete, una punizione contro l'Avellino, il primo grosso sorriso. Al gol contro il Cesena, su azione, forse capisce che ci si può anche lasciare andare, che non è dovere segnare, ma che è bello goderselo. Sembra di vedere in campo Ibrahimovic, lo dicono tutti: “Magari” dice lui, e sorride ancora. 1.92 per 88 chili. Ha la schiena dritta in campo, la palla lo segue, si fa ammaliare. Forse tutto è cominciato così, quando a sei anni, in Croazia, a Metkovic, piccola cittadina al confine con la Bosnia- Erzegovina, Bruno rincorreva un pallone. Se lo ricorda ancora, era giugno. Un amore reciproco: lui ama il pallone ed il pallone ama lui. E' generoso: “Per me l'assist, è come un gol. Ha la stessa importanza”. Ed è sincero. Oggi Bruno, (solo Bruno, a Trapani lo chiamano così), conosce la sua importanza. Tutti gliela riconoscono. Anche Cosmi. Cala la testa quando gli si chiede di lui, di quanto il Trapani sia cambiato con il suo arrivo. Ennesima scoperta del direttore Faggiano. Il Trapani quest'estate potrà riscattarlo, e lo riscatterà, a 300 mila euro, con due potenziali soluzioni: tenerlo per la prossima stagione e di conseguenza far aumentare il suo valore di mercato, o puntare su di lui come fiore all'occhiello. All'Entella, squadra in cui ha giocato fino a gennaio, non avevano forse capito. Proprio contro i granata aveva realizzato la sua unica rete in campionato. I compagni non perdono occasione per dimostrargli il loro affetto e riconoscere la sua leadership tecnica. Ha terreno fertile a Trapani Bruno. I tifosi allo stadio lo guardano. Qualcuno piange di fronte alle sue giocate da campione. Subito dopo scuotono la testa, coscienti che dovrebbe calcare altri palcoscenici, coscienti della fortuna che i loro occhi hanno nel vedere tutto questo dal vivo. Niente risvoltini ai pantaloni e niente abbigliamento alla moda. Petkovic è così. Prendere o lasciare. A Trapani prendono, eccome. Magari con un lungo abbraccio, proprio come quello di oggi.
di Stefania Renda